Venerdì 1° dicembre alle ore 21 presso la sala mostra del comune verrà proiettato alla presenza del regista Marcello Merletto e della giornalista interprete Elisabetta Jankovic il documentario “Wallah je te jure“.
La serata, organizzata dalla Cooperativa Lotta contro l’emarginazione e dal Comune, rientra nella rassegna “Un posto nel mondo”. Racconta le rotte migratorie dall’Africa occidentale all’Italia passando per il Niger attraverso le storie di uomini e donne in viaggio. Sullo sfondo villaggi rurali nel Senegal, stazioni degli autobus che costituiscono il ghetto per la presenza dei trafficanti. “Abbiamo voluto raccontare queste esperienze – spiega la Jankovic – che risalgono al 2015/2016. Attualmente la riflessione su questa rotta è più difficile per la situazione libica. Le scene sono state girate in Senegal, in Niger, a Milano e Pavia dove sono stati intervistati i migranti giunti in Italia. Il regista, l’assistente di produzione Giacomo Zandolini e io stessa non siamo potuti entrare in Libia, in quanto non venivano rilasciati visti giornalistici. Le brevi immagini che si vedranno, inerenti questa terra, sono state fornite da una giornalista free lance, mentre le immagini dei salvataggi da Medici Senza Frontiere”.
La Jankovic, insegnante e giornalista alla Radio Svizzera, segue da vent’anni le rotte dei migranti. “Dopo aver visto con i propri occhi certe realtà – spiega – queste non sono rimaste a sé stanti, ma sono entrate a far parte di me. Ho acquisito una consapevolezza diversa: il sentire il caldo, gli odori, ascoltare le voci dei migranti, mi ha confermato nella mia voglia di accogliere e nel comprendere le loro ragioni. Con il regista – continua – abbiamo lavorato molto bene, in sintonia, 24 ore su 24, in una terra – l’Africa – che è la regina degli imprevisti. In realtà il nostro è un lavoro nato mentre lo stavamo facendo. Inizialmente la durata del documentario doveva essere di 20 minuti, poi ci siamo resi conto che il materiale raccolto era notevole e di grande portata. Abbiamo, quindi, deciso di tenere tutte le testimonianze, generando un racconto collettivo di 63 minuti. Il documentario – termina la Jankovic – non dà una risposta, ma offe spunti di riflessione ed un finale aperto”.
Il titolo si riferisce ad un’espressione di un migrante che ha voluto con “Wallah”, rafforzare il concetto del giuramento fatto a se stesso di arrivare in Europa.
L’ingresso della serata è gratuito.
Federica Lucchini