Ho accolto la tragica notizia con grande dispiacere; abbiamo trascorso insieme momenti gioiosi perché eri una persona schietta e umana ed era piacevole sentirti raccontare le cose del mondo con le tue straordinarie immagini, i tuoi aggettivi, le tue onomatopee, incantevoli nel loro barocchismo perché assolutamente sincere e originali.
Per altro credo di conoscerti: non sei mai stato tanto “cristiano”, nel senso più ampio del termine e, stufo di soffrire – hai sofferto tanto in questi ultimi tempi – non ci hai pensato due volte.
Non mi sento di negare a una persona responsabile, lucida e consapevole il diritto di porre fine alle proprie sofferenze. Grande rispetto, quindi, per la tua scelta.
Di più: voglio ritenere il tuo gesto un atto di coraggio di un uomo che nella vita si è sempre dimostrato coraggioso, un gesto neppure sfiorato da ipotesi di codardia.
Caro Nando, per necessità hai avuto con la morte rapporti di lavoro confidenziali; voglio pensare che tu abbia voluto caricartela in macchina – sulla tua storica Renault rossa – e via insieme per l’eternità, tu saldamente al volante, lei accanto, mesta e frustrata in quanto non hai voluto concederle di mettere in atto i suoi crudeli preliminari.
Buon viaggio Nandino!
Alberto Palazzi