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Vorrei che il mio paese conservasse la sua “unicità” di Alberto Palazzi

 22 Agosto 2021 |  Pippo | |

Vorrei che il mio paese conservasse la sua “unicità”

Ci sono due modi per distruggere i nostri piccoli paesi: abbandonarli a se stessi o modernizzarli.
E non so quale dei due sia peggio. Nell’immaginario collettivo la contrapposizione tra città e paese è sempre stata marcata: da un lato un mondo cosmopolita, denso di opportunità e promesse, tutto volto al mutamento e al progresso, dall’altro “piccoli mondi antichi” chiusi su se stessi, ma ai quali si può attribuire un’autenticità culturale e paesaggistica altrove persa per sempre.
Abito a Caldana e modernizzarla significherebbe assimilarla in qualche misura a certe periferie urbane; equivale cioè a condannarla a un generale appiattimento e a cancellarne definitivamente la sua specificità e il suo incanto. La salvezza sta nel conservarla il più possibile, naturalmente ammettendo la necessità di fisiologici aggiustamenti e riequilibri.
Dobbiamo fare in modo che certi valori storici del paese possano rimanere un segno distintivo.
Purtroppo certi fattori di identità locale, rimasti compatti per secoli, sembrano non reggere all’impatto della globalizzazione e alle dinamiche economiche che innesta. Se anche a Caldana non avessimo avuto troppi grilli per la testa, certi paesaggi rurali sarebbero potuti essere lì ancora oggi come libri aperti per raccontarci da dove veniamo e quali erano le antiche abitudini della nostra gente. Ma oggi, ahimé!, si è rotto quell’equilibrio e vediamo scomparire sempre più quella sapiente e millenaria cultura che era riuscita a trovare un compromesso tra ambiente e sviluppo. Ora succede un fatto singolare: durante il lockdown molti hanno riscoperto i nostri piccoli paesi (tra cui Caldana) come luoghi per andare a viverci; fino a ieri piccoli borghi rurali a rischio spopolamento e che oggi si trovano davanti un futuro all’insegna di una possibile rinascita.
Ma c’è addirittura di più: una novità sorprendente consiste nel fatto che anche il turismo va riscoprendo Caldana e Cerro! Dopo il “terremoto” generato dal Covid, tutto sembra destinato a cambiare; si prospetta un periodo in cui a prevalere saranno i viaggi di prossimità, che ci faranno scoprire territori minori, meno frequentati dal turismo di massa. Si aprono così delle opportunità anche per posti come il nostro,rimasti marginali rispetto alle mete principali. Ma quali sono i luoghi privilegiati per questo genere di turismo? Non a caso sono quelli che hanno saputo conservare i loro connotati storici: i luoghi caratteristici, soprattutto l’ambiente, i boschi, un bel angolo di paese, qualche testimonianza del passato contadino … Non servono trovate chiassose, non servono surrogati artificiali che nulla hanno da spartire con il nostro territorio; serve una mentalità nuova: la nostra Caldana potrà sopravvivere alla barbarie della globalizzazione solo se saprà conservarsi nella sua autenticità.

Panorama dal sagrato della Chiesa parrocchiale – Le due foto sono di Nadina Vanetti

 

Da Internet

Alla scoperta del Varesotto di Nadina Vanetti

(Clicca sulla foto)

 

 

 

 

 

 

 

 

Caldana, Carnisio e Cerro – La storia di Caldana di Alberto Palazzi

 Da Internet
Video anno 2010

 

 

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