“A volte ho dovuto stimolarli, a volte frenarli, ma ci sono stati, sempre. Si sono fatti guidare e si sono immersi nelle storie e nelle persone. Sono fiera di loro e del loro lavoro che è durato un intero anno scolastico e ha fatto emergere la loro sensibilità”.
Le parole della docente di Lettere, Carla Mimmo, nei confronti degli alunni di 5^ G e 3^ G dell’Istituto Einaudi, introducono a pagine del secondo conflitto mondiale che hanno preso spunto dalla statua dell’Angelo Ferito, opera di Stella Ranza, fatta erigere due anni fa dalla sezione di Varese dell’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra.
Il presidente Fiorenzo Croci e il consiglio hanno sostenuto finanziariamente la pubblicazione dal titolo che verrà presentata il 7 novembre. Ad aspettare i lettori e a narrare le loro storie di coraggio e di profonda umanità ci saranno diversi angeli emersi documenti trovati dai ragazzi o dall’ascolto di testimonianze.
C’è l’angelo disperso, Carlo Guanzini, paracadutista della Folgore, che, dopo aver partecipato alla battaglia di Derna, fu catturato dagli inglesi e morì in prigionia il 4 giugno 1941. “Io ti penso giorno e notte”, le scriveva la moglie Giuseppina. Storie di grande amore familiare, che dovevano a casa nascondere i pericoli.
Una sorta di tutela, unita alla paura dell’inchiostro nero usato dalla censura per nascondere i dati compromettenti, come si intuisce dalle lettere dell’angelo sconosciuto, Enrico Ribolzi, morto in Albania nel 1941 scoperte dalla nipote: “Le parole di Enrico – scrive Sara Fransato – sono preziose proprio perché potrebbero essere di tutti i soldati e ancora di più danno voce anche a quelli che non hanno potuto scrivere o le cui parole sono andate perdute. La voce di mille angeli sconosciuti”.
Come Alcide Novello, l’angelo in ambulanza, raccontato da Martina, che ha affrontato la campagna d’Africa, della Grecia ed è tornato a casa dalla prigionia pesando 37 kg. “Neanche all’inferno riuscii a non scegliere: dovevo e volevo vivere”. Le parole di Sergio De Tomasi, radiotelegrafista, partigiano al San Martino che ha vissuto l’inferno di Mauthausen, sono state bene interpretate da Diego e da Federico, dopo l’incontro con la figlia Ester, presidente dell’Anpi di Varese. Si può sentire anche il rumore di un piatto di biscotti che cade e si rompe leggendo queste pagine: quando Ornella Cilloni
Federica Lucchini