Una cerimonia della conoscenza, approfondita, viva, palpabile, con la grazia della poesia e con il piacere del tatto. Ieri villa Paradeisos ha aperto le porte per offrire alla città di Varese un’opportunità unica, per desiderio del suo “genius loci”, Franco Cremante: permettere di ammirare e anche sfiorare rarità bibliofile di grandissimo pregio. Mentre fuori nevicava e il giardino giapponese appariva una trina, in una sala della biblioteca dagli scaffali sono usciti alcuni volumi autentici: uno dell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle Scienze e delle Arti e dei Mestieri – quella per intenderci voluta da Diderot e D’Alambert datata 1751 – 1780.
Toccare alcune tavole così preziose a cui la patina del tempo non ha tolto la precisione generata dal torchio premuto su quei fogli costituiti da stracci pressati e macerati ad acqua, è stato un piacere particolare per i presenti, incantati anche di fronte alla prima cartina del Giappone, tratta dal libro “The History of Japan, Historia Imperii Japonici germanice scripta ad Engelberto Kaempfero, Londini, 1727-1728”, un libro lussuosissimo, una rarità assoluta presente in Italia solo in due copie: nella biblioteca universitaria di Pavia e a villa Paradeisos. “La conoscenza ci rende migliori – ha spiegato Cremante – Uno dei pilastri della nostra “mission” è diventare un centro di comunicazione e fratellanza tra civiltà lontane, come antidoto alla globalizzazione con tutte la difficoltà che questa sta portando. Questo interagire in modo virtuoso si appoggia per noi su tre vettori della comunicazione universale, quale la natura, esperienza basica dell’uomo, la bellezza che qui ci circonda e la conoscenza che si manifesta con un atteggiamento umile per cercare di capire gli altri”.
Tutti questi dati sono confluiti nella poesia di Anna De Pietri raccolta in “Sussurro”, dove la bellezza dell’essenziale è emersa, grazie anche alla voce di Luisa Carabelli. C’era una scenografia in quella grande sala raccolta, mentre la neve cadeva, che predisponeva all’ascolto, “al leggere noi stessi nella natura”. Una poesia da annusare che ha evocato un mondo autentico che non ha perso lo stupore di fronte alle cose.
Federica Lucchini