– Venerdì 13 gennaio alle ore 15,30 nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria rappresentazione teatrale, aperta alla città di Varese, intitolata “Duna Nuda Unda” che avrà come interpreti allievi del Liceo Artistico “Frattini” e del Liceo Musicale Statale “Manzoni”. La proposta è scaturita dall’Università, dal Centro Internazionale Insubrico “Carlo Cattaneo” e “Giulio Preti”, nell’ambito del progetto “Giovani Pensatori”, in seguito al seminario arte e territorio “migranti”, alla luce del talento creativo, coordinato dalla professoressa Stefania Barile. Per chi ha avuto il privilegio di aver assistito alla prima di questa tragedia in quattro atti con testi di Shakespeare, di David Lynch, di Francis Ford Coppola, del docente Andrea Minidio, dopo aver vissuto un’ora e mezza con la bravura dei ragazzi, è difficile non pensare alla preziosità delle proposte dell’Ateneo e alla preziosità del frutto che ne è scaturito, grazie alla creatività e all’impegno dei docenti dei due Licei: due scuole in movimento con un entusiasmo contagioso su un tema – i migranti – realizzato da Minidio e dai suoi allievi del corso di teatro, con scenografie create dagli allievi del Dipartimento di Scenografia con la guida dei professori Ignazio Campagna e Costantin Migliorini. E con quegli splendidi brani musicali arrangiati dalla professoressa Marcella Morellini con la collaborazione della collega Caterina Cantoni e per il coro dalla professoressa Carla La Ricca. “Lavorare per la città e dentro la città offrendo un prodotto realizzato dalle due scuole varesine caratterizzate da un’alta percentuale di comprovata creatività è questo il fine del progetto che sta all’origine di questo spettacolo”, spiega Stefania Barile. Il silenzio partecipato è la cifra interpretativa delle emozioni che i ragazzi sanno far scaturire da questa vicenda ambientata nel futuro “in un mare di sabbia sconosciuto, senza rotta, perché migranti siamo tutti noi. Diverse le nostre preghiere, ma stessa la meta che presuppone un porto dove rifugiarsi all’orizzonte”. Intenso il coro: “Venivamo tutti dal mare a passi lenti lungo il confine, il mare non è padre: è solo una finestra da dove guardare un cielo nuovo. Ma nessuna terra è promessa per noi. L’ultima frase del testo “e tutto il resto è silenzio” ha l’accompagnamento del coro a bocca chiusa della “Butterfly” di Puccini, uno dei momenti più commoventi, assieme alla “Santissima dei naufragati”, ispirata a quella di Vinicio Capossela.
Federica Lucchini