Il ballo della foresta in mezzo agli ulivi. Continuano a meravigliare per le proposte intriganti i pomeriggi domenicali al parco degli ulivi di via Monte Bernasco, organizzati dalla parrocchia di san Michele Arcangelo e dall’associazione degli olivicoltori dell’olio di lago di Sant’Imerio. Nell’ottica della multiculturalità, vissuta come integrazione e accoglienza, ieri è stato dato spazio al gruppo peruviano che da anni vive nella nostra terra per presentare il suo Paese, per ascoltare le storie di chi, per motivi di lavoro, è stato costretto a lasciarlo. Dietro ai relatori, coordinati dal parroco residente, don Enrico De Capitani, la bandiera del Perù, dell’Italia e del Ecuador, a sottolineare un’amicizia feconda; davanti in prima fila, tutti i ragazzi e ragazze, che assieme in costume avrebbero successivamente ballato con i costumi tradizionali, belli, colorati, dando origine ad una coreografia che ha strappato applausi. Il momento della danza è stato il più atteso, considerata la preparazione: guidati dalla loro maestra Lucy Sotelo, le ragazze hanno evocato, tenendo in mano contenitori in legno, la ricchezza di frutta che dà la selva in Perù, ripetendo gesti di ringraziamento, mentre i ragazzi con gesti decisi, a ritmo, battevano le lance sulla terra. Tenerezza generavano quei bimbi che danzavano con grande impegno. Molto colorata, grazie alle gonne variopinte, la danza ecuadoregna, sontuoso il “baile Marinera” con i fazzoletti bianchi sventolati, ora in circolo, ora in fila. “Queste danze ci rappresentano”, ha spiegato l’insegnante. Se ci può essere un oggetto-simbolo che racchiude in sé la storia e la nostalgia dei peruviani è la “sampogna”, strumento costituito da canne di bambù, adagiato ieri sul tavolo dei relatori. “Ci fa ricordare e si piange ad ascoltare la sua musica”. A chiare lettere è stato spiegato da José, l’altro relatore, che in Italia si è venuti perché nella loro terra mancava il lavoro. “Si parte con la prospettiva di rimanere qualche anno, tornare e costruire una casa. Poi nascono i figli, parlano italiano e il Perù, sempre nel cuore, diventa il luogo del ritorno estivo”. “Quando giungono le giovani coppie, le invitiamo ad avere subito bambini, che crescendo rischiano di non sapere nulla della nostra musica -è intervenuta Lucy Sotelo- Ecco perché ho creato questo gruppo che vede l’appoggio dei genitori. Noi siamo un popolo allegro, che ha vissuto momenti terribili, ma si è sempre rialzato. Ci siamo bene integrati a Varese”. Anche se, come ha spiegato, giunta in città nel 1990, ha dormito in stazione, si è lavata il viso nelle fontanelle, ma non avrebbe mai mollato la ricerca del lavoro perché “la famiglia non potevo aiutarla stando a casa, ma andando lontano”. E il lavoro Varese glielo ha offerto, ricompensata dall’impegno e dalla dedizione. Domenica 25agosto sarà presente il gruppo filippino, residente in città.
Federica Lucchini
Video di repertorio
BALLO MARINERA, ballo nazionale del Perù