





LA PREALPINA DEL LUNEDÌ
16 Ottobre 1989
Un bell’applauso al «Vanettun»
A quasi 90 anni è ancora in piena forma e c’è chi medita di riproporlo sulle scene
VARESE – Per tutti, moglie compresa, è il «Vanettun». Fisico imponente, da atleta (chi altro potrebbe permettersi alla soglia dei novant’anni il vestitino settecentesco alla moda e vacanze in camper alla scoperta delle radici della propria gente?). Vanetti, classe 1900, scorre nella sua casa di Induno e nella Repubblica dell’affetto è soprannome, da decenni, compagno di viaggio. Brillante e giovanile non soltanto nell’aspetto fisico: anche il cervello ha trovato un elisir miracoloso che gli ha consentito di restare senza età, mentre cresceva sino a molti, molti anni. «Senza età», come si dice di ciò che si ama e si onora con orgoglio e che non ha bisogno di dichiarare gli anni. Nei decenni che contano, Vanetti ha avuto anche il suo momento di notorietà nazionale: lo si ricorda nel carosello della Lagostina, nell’epoca in cui erano di moda le maschere della commedia dell’arte. Portò, nei più grandi teatri d’Italia, il sorriso largo e la battuta pronta della maschera di Pin Girometta, nato in una notte di travaglio culturale nel cuore della musica del cinematografo viaggiante Kulmann. Ricordo ancora precisamente l’omino di gomma lanciato dall’imbionito per richiamare la gente ad entrare. Tracce, testimonianze di un itinerario artistico non da professionista, ma interessante. Ha recitato commedie dialettali (Bertini su tutti) e ha dato il suo piccolo contributo al Teatro di via Sacco al tempo di Santuccio e Talamona. Amico d’infanzia di Gian, Santuccio («Sin da bambini faceva rappresentazioni con figure di legno»), addirittura parte di una casa nella nostra memoria cinematografica. Lo programmarono a Vittoria e apprezzai sullo schermo, l’emozione, scappai dalla sala…». Cresciuto alla scuola di recitazione dell’arte affettuosa di Valcarenghi, Enrico Vanetti diede volto e maschera di Pin Girometta nel 1964 alla famiglia Bosina come simbolo del nostro vecchio contado. Un ruolo coperto con onore e allegria ininterrottamente fino all’84, prima del ritiro per ragioni di età. «Accettai con entusiasmo», esce il primo Pin Girometta significativo va per passare alla storia. «Io partecipo alle sfilate e al sempre stato il mio forte». Con gli amici del “Lombardia il carnevale”. La serata della sfilata e le rivincite al Sociale venivano premiate le maschere più belle. Finiva con la sfilata a Porto, dal travestimento più azzeccato di chi la compagnia di qualche anno in più. Ma con il desiderio di recitare sempre. «Promessi e Sposi» anche nei giorni nostri. La favola è sempre la stessa. Lo spettacolo non deve finire. «Non è mai stato un attore, per sempre sarà un grande artista». Franco Rimoldi, presidente della Famiglia Bosina, si sta interrogando se non sia il caso di riproporre Girometta.
