“Uno studioso, un uomo inarrestabile nel suo flusso costante di ricerche e di passioni che ha saputo tracciare importanti sentieri di conoscenza per il Varesotto e l’Insubria con un occhio attento all’umanità nella sua interezza tra Oriente e Occidente”. Le parole dell’editore Pietro Macchione delineano con spiccata sintesi il percorso culturale e l’opera di Roberto Corbella che verrà commemorato a un anno della sua scomparsa mercoledì 3 dicembre alle ore 21 presso la sala consiliare del municipio. L’incontro, patrocinato dal comune e organizzato dall’associazione da lui fondata “Oriente e occidente”, che si prefigge il dialogo tra diverse culture, e da “gli Amanti dei Libri”, vedrà la partecipazione di Matteo Fontana, direttore di quest’ultima associazione e giornalista de “La Provincia”, di Pietro Macchione, di Andrea Mascetti, fondatore di Terra Insubre, di Loredana Vigani de “The American Southwest Museum” di Cavona, e di Rete55 per la gentile concessione dell’uso di un’intervista a Corbella. Modererà Barbara Bottazzi, co-direttore de “Gli Amanti dei Libri”.
L’immagine che può meglio rappresentare Corbella, nato a Milano il 24 aprile 1940, è la rosa dei venti per il suo desiderio di coniugare tutte le culture, in particolare quelle minoritarie. Una formazione di antropologo, sfaccettata e approfondita che camminava in parallelo con la sua vita francescana, umile, appartata, in quella casa di via Milano dove si respirava un’atmosfera particolare dal timbro orientale e quasi “sacrale”. Nel suo Dna c’erano le radici artistiche del padre Fernando, celebre disegnatore e fumettista che aveva lavorato in episodi di Diabolik, c’erano le origini egiziane. I viaggi in Africa, fin dall’infanzia, avevano fatto sgorgare in lui quella curiosità che voleva conoscere ogni aspetto del sapere, offrendo così preziosi doni alla nostra terra, come la conferenza che organizzò a Gavirate, tenuta da un monaco tibetano, seguitissima, in cui lui assunse il ruolo del traduttore. Felice è stato l’incontro con l’editore Macchione: da questo connubio sono scaturite tante ricerche che hanno arricchito la nostra terra: dagli antichi lavatoi, ai sentieri della Valceresio, ai castelli, ai fantasmi, folletti e fate, alle fortificazioni della linea Cadorna, ai celti per studiare i quali intraprese numerosi viaggi in Irlanda. Non si accontentava dei libri, voleva sempre rendersi conto in “loco” della atmosfere, dei segni del passato. Tante pubblicazioni fra le quali non si può dimenticare la celebre storia del “Giuanin senza paura”, in italiano, illustrata di suo pugno.
Federica Lucchini