C’è voluta la capacità di osservazione di Ernesto Giorgetti, uno degli ultimi pescatori professionisti del lago di Varese, per poter ideare un strumento che potesse cominciare a riequilibrare la fauna ittica del nostro lago. Una capacità che si sposa con l’amore per un habitat di cui lui conosce i più profondi palpiti. Ernesto Giorgetti è di poche parole. Manifesta la sua grande intelligenza a contatto della natura, studiandone i fenomeni nella loro complessità. “La mia è stata una intuizione, osservando il comportamento dei pesci e i mutamenti del loro ambiente nel corso degli anni. Mancava una riparo che consentisse ai branchi dei piccoli persici di sopravvivere all’assalto dei predatori, pricipalmente cormorani che ne fanno razzia nei primi mesi di vita”, spiega.
Così ha dato origine, con la collaborazione del figlio Paolo, amministratore della Cooperativa Pescatori del lago di Varese, ad un progetto che è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo. Già quest’anno l’esperimento, di cui non si ricorda precedenti, ha dato risultati sorprendenti: si tratta di un grosso cubo di otto metri per lato, e cinque di profondità costituito da una rete, ancorato al fondo del lago, in prossimità delle legnaie, dove in primavera vengono deposte le uova del persico. I piccoli possono muoversi liberamente, giacché le maglie non permettono ai predatori – luccioperca, lucci, persici stessi di grosse dimensioni – di potervi passare. Una gabbia che tale non è: salva i piccoli lasciando loro agio di muoversi in 320mila litri d’acqua. “Un asilo – lo definisce Paolo – costruito da un retificio sul lago d’Iseo seguendo le nostre indicazioni e posizionato la primavera scorsa”.
E i risultati si sono già visti quest’estate con il ribollire dell’acqua attorno alla “antigabbia” a poche centinaia di metri dalla sponda di Cazzago: ribollire dovuto alla presenza di interi eserciti di pesci (fra cui i desiderati persici) e al confluire deluso dei predatori, finiti per ironia della sorte a loro volta preda di alcuni pescatori sportivi che in quel tratto d’acqua hanno trovato modo di soddisfare i loro desideri. “La finalità di questa opera è dare un contributo al riequilibrio delle specie ittiche all’interno delle acque del lago di Varese – continua Paolo – Garantire sopravvivenza nei primi mesi di vita ai nostri persici significa, pensiamo, poter innescare un ripopolamento progressivo per gli anni a venire.
Il progetto ha anche la finalità di dimostrare la reattività dell’ecosistema lago che ben lungi dall’essere moribondo o malato, come purtroppo spesso viene definito, cerca stagione dopo stagione di ritrovare un equilibrio compromesso dai mutamenti dei nostri stili di vita a partire dagli anni Sessanta. La cooperativa dei Pescatori è da sempre impegnata nella tutela dell’ambiente e delle specie ittiche e, considerato il successo dell’operazione – termina Paolo – contiamo di duplicare o addirittura triplicare le postazioni negli anni a venire. L’idea è anche quella di documentare l’evoluzione della vita al loro interno durante le stagioni estive al mutare delle temperature, della stratificazione delle acque e delle condizioni meteorologiche”.
“Questa – sottolinea il sindaco Emilio Magni – è la prova dell’intelligenza, della creatività e del profondo legame con il lago dei nostri pescatori. Dimostra anche la profonda vitalità di entrambi. Il lago non è morto: aspetta solo di rivivere”.
Federica Lucchini