MENTRE C’E’ UNA PARTE DI MONDO CHE LANCIA BOMBE E MISSILI SU ANZIANI, DONNE, MALATI, DISABILI E BAMBINI, CE N’E’ UN’ALTRA CHE PARLA DI PACE, DI UNIONE, DI FRATELLANZA, RICHIAMANDO L’ATTENZIONE DELL’UMANITA’ SULLA BELLEZZA DELLA VITA, SULLA SUA IMPORTANZA, SUL VALORE DELL’AMORE, SUI BISOGNI E LE NECESSITA’ DELLE PERSONE.
di felice magnani
E’ terribile come il mondo stia voltando le spalle alla vita, come stia sprofondando ogni giorno di più nel baratro della violenza, della trasgressione, della sopraffazione, dell’odio e della guerra. E’ davvero incredibile come la follia umana si impossessi e divori tutto ciò che incontra sul suo cammino. Sembra che parole come democrazia, libertà, unione, rispetto, autodeterminazione, indipendenza, costituzione, regole, leggi, confini, non siano più capaci di far riflettere, di aprire la via al dialogo, alla comprensione, al desiderio di migliorare lo stato di una condizione umana tragicamente ripiegata su se stessa, incapace di uscire dalla spirale di pericolosissimi momenti di perdita di autocoscienza. Ci sono momenti in cui si ha la netta sensazione che qualcosa d’insensato stia prendendo piede, stia mettendo seriamente in crisi quella voglia di pace, di serenità, di legalità, di voglia di vivere, di amare e di migliorare che gli esseri umani avvertono quando smettono di giudicare, di guardare il prossimo come se fosse un nemico da abbattere, da sottomettere o da cancellare. E’ davvero incredibile come in Europa, in Medio Oriente e in molte altre parti del mondo si viva nella convinzione che la guerra possa essere la soluzione dei problemi umani e che non esistano altre possibili soluzioni. E’ tragicamente incredibile e disarmante come l’uomo possa ancora pensare di agire per distruggere e annientare, per invadere e sottomettere, per conquistare e uccidere, per cancellare il diritto alla sovranità dei popoli, dopo le tragedie della seconda guerra mondiale. E’ davvero incredibile essere testimoni quotidiani di un disagio e di un malessere così radicalmente diffusi, al punto che diventa difficile capire cosa stia davvero succedendo nel cuore e nella mente di uomini che fanno dell’odio e della guerra il motivo principale della loro presenza sulla scena mondiale. E’ ormai prassi comune quella che ci viene presentata quotidianamente dai telegiornali e da varie forme di intrattenimento, le immagini riguardano vecchi rimasti senza casa, disperati, palazzi sventrati, bambini uccisi da bombe, signore anziane con gli occhi pieni di lacrime che cercano disperatamente una via di fuga dalle loro case distrutte, donne anziane che si portano via i loro gattini con la speranza di continuare a nutrire sentimenti di profonda umanità, pompieri che cercano di spegnere incendi prodotti da bombe di tutti i tipi, personaggi che ostentano la loro forza armata, la loro capacità di distruggere il nemico, di essere i più forti, di poter vincere una guerra. Oggi il mondo parla con insistenza di odi e rancori, di cattiverie e di sopraffazioni, sente sprofondare la terra sotto i piedi, si rende conto strada facendo di quanti errori siano stati commessi in un passato in cui il potere sembrava forte e inamovibile. Improvvisamente quel mondo che pensavamo inesorabilmente stabilizzato ha preso di nuovo a scricchiolare, tutto sembra diventato instabile, incapace di rispettare quelle regole che avrebbero dovuto consentire di poter vivere senza mai più pensare a guerre e ad attentati, a violenze di ogni tipo. Eppure qualcosa dentro tutte quelle certezze non ha funzionato, qualcosa che improvvisamente ci ha fatto capire che quel mondo che pensavamo perfettamente delineato e definito era assolutamente fragile, non aveva ancora trovato un suo equilibrio stabile, vivendo quotidianamente di odi che qualcuno ha furbescamente ha mantenuto in vita, sperando di trarre il maggior beneficio possibile. Oggi l’uomo brancola ancora nel buio, alla ricerca di quel qualcosa che gli permetta di trovare la pace, di poter realizzare tutti quei sogni ai quali si sente umanamente legato. Nel frattempo la violenza alligna un po’ dappertutto, soprattutto in quei luoghi dove la sacralità dovrebbe poter contare sull’aiuto di quel trascendente nel quale siamo stati preparati da educatori deputati a istillare il sacro fuoco della fede e della speranza. Mentre in molte parti del mondo la guerra sconvolge e distrugge, dimostrando senza ombra di dubbio che bisogna cambiare radicalmente registro comunicativo e modalità di approccio, gli sguardi di chi dovrebbe parlare di pace e di riconciliazione sono ancora troppo torvi, ripiegati su se stessi, incapaci di trasmettere sentimenti di umanità e di fratellanza, sono troppo carichi di invidia repressa, troppo intrisi di cattiveria e di odio, perché la fraternità torni a plasmare di nuovo un modello di democrazia che ha un assoluto bisogno di gente perbene, di gente che sappia insegnare il valore dell’onestà, della lealtà, della legalità. Viviamo un tempo molto difficile, la strada è ancora lunga, all’essere umano è richiesto un grande sforzo, gli viene chiesto di tornare a perdonare, a costruire, ad aiutare, ad avere fede, a non perdere di vista l’obiettivo finale, la costruzione di un mondo dove ciascuno si senta sostegno dell’altro e dove la pace regni finalmente sovrana nell’interesse di tutti.