“L’olio è importante per gli assetati. Sta nel nostro cuore”. Leggere le frasi scritte dai bambini della scuola primaria di Bosto “Ugo Foscolo” e dell’infanzia “Piccinelli-Comolli”, ieri nel salone della casa parrocchiale durante la festa di sant’Imerio, dà la dimensione di come il concetto di bene sia radicato nella comunità dei fedeli della comunità di Bosto, uniti attorno alla figura del santo e dell’olio della solidarietà, prodotto in suo nome. Ogni anno, attorno a questo momento, che celebra il lavoro instancabile degli olivicoltori dell’olio di lago di sant’Imerio e di tutti i volontari e proprietari di piante d’ulivo che hanno donato i loro frutti perché la produzione benefica aumenti, c’è sempre qualche novità interessante: in questa edizione era presente la comunità filippina con i suoi costumi tradizionali che ha portato il suo folclore e l’effigie di Gesù Bambino, che richiama quella portata dagli spagnoli durante la colonizzazione. Ogni momento, come da tradizione, è stato molto curato: costituiva la naturale coreografia di un risultato eccezionale, dato dalla produzione di 610 bottiglie d’olio, offerte con i tradizionali biscotti, che riportano sulla superficie l’immagine della chiesetta, creata con lo zucchero. Così, dopo la benedizione semplice dell’olio, avvenuta dopo la messa nella chiesa parrocchiale, in sant’Imerio, la tradizionale rappresentazione teatrale che quest’anno aveva come titolo “Dal martirio di sant’Imerio all’olio di sant’Imerio”” ha sottolineato la bellezza di nuovi frutti per un dono: “Laggiù, in India e in Uganda, non è facile trovare l’acqua. E allora, attraverso la moltiplicazione dei frutti, quanto ricchezza spirituale e materiale si può donare!”. Infatti, il ricavato dalla vendita delle bottiglie (escluse le 150 donate per coloro che utilizzano la mensa della Brunella e i pasti preparati dalla suore della Riparazione di via Bernardino Luini) sarà devoluto per la costruzione di pozzi in India e Uganda. Un plauso agli attori della Coopuf Teatro che ogni anno sanno con i loro testi lanciare messaggi molto incisivi. Ieri mattina nel piccolo edificio che ha più di mille anni di storia è stato un susseguirsi di momenti significativi. L’attenzione è stata spostata verso il restauro dell’affresco della Madonna del Pilastrello, illustrato da Marialuisa Lucini, che ha eseguito l’opera, sotto l’egida della Soprintendenza: “Questa immagine devozionale è stata trasportata a massello, cioé con il muro retrostante, nella metà del 1600 dal portico adiacente la chiesa. Lo si comprende dalla profondità del colore e dell’intonaco. Dopo la pulitura necessaria sono state rifatte anche le microstuccature”. Dopo la benedizione dell’effigie da parte di don Natale Vegezzi, vicario di zona, tutti i rappresentanti delle associazioni con i loro vessilli (l’Associazione aereonautica, della Marina, della Cooperativa Bosto, della Pgs Folgore, dell’Unitalsi, la comunità filippina i rappresentanti dei bimbi della scuola dell’infanzia e primaria), hanno accompagnato il sacerdote, con il prevosto, don Luigi Panighetti e don Enrico De Capitani verso l’uscita per la benedizione solenne dell’olio (“Che l’olio possa ungere il vostro cuore!”). Poi tutti assieme verso la chiesa parrocchiale per la messa solenne. “Questa non è solo la festa di un rione, ma di un’intera città!”, ha detto il sindaco Davide Galimberti, accompagnato dal presidente degli olivicoltori, Enrico Marocchi.
Federica Lucchini.