Metti una bella voce che è abituata a esibirsi e a ricevere consensi; metti la costrizione di stare in casa per il dilagare del Covid 19; metti lo studio che, sì, offre ore di impegno, ma lascia tanto tempo libero e metti, infine, una voglia irrefrenabile di creare. Allora, scatta la scintilla: dare origine a un musical “fai da te”. Senza poter uscire di casa, senza attori che possano interpretare le varie parti. Ma d’altro canto c’è il giardino e la casa che possono costituire una bella scenografia e c’è lei, Chiara Mitrio, 25 anni, laureata in canto jazz al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, in attesa di conseguire la laurea magistrale in composizione jazz. Un’ottima collaboratrice è la mamma Antonella, impedita a esercitare il lavoro di parrucchiera per il Coronavirua, ma è soprattutto su di sé che deve appoggiarsi nell’interpretare le tante figure che -ha ormai deciso la scelta- “Belle. La Bella e la Bestia” richiedono. Considera la canzone iniziale del cartone animato e sceglie di interpretarla a modo suo. Innanzitutto la voce esercitata può assumere anche un ruolo maschile: interpretare cioé la parte di Gaston, di Le Tont, del fornaio, del curioso. Certo, per lei è più confacente la figura di Belle, ma è proprio una esperienza intrigante “entrare nel personaggi” e renderli nella loro efficacia. Così alla fine, quella che è partita come un’avventura senza darsi limiti di tempo, considerato che di tempo ce n’era in abbondanza, ha richiesto cinque ore giornaliere per tre settimane. E il risultato è ora stato molto apprezzato da tutti coloro che hanno ricevuto il dono via whattsapp e che a loro volta l’hanno fatto conoscere agli amici (https//youtu.be/ZsSOUQzmbSI). Una rete di soddisfazione che si sta allargando. Quei 5 minuti e 10 secondi sono molto intensi: sorprendono perché i personaggi sono tanti. Si ha la tentazione di pensare, di primo acchito, che si sia “infiltrata” qualche altra figura nel musical, ma dopo averlo rivisto -e se ne sente il desiderio- ci si rende conto che è sempre proprio lei. Chiara Mitrio. La conferma, poi, è data da quell’ “io”, “io” che si ripete, accanto al nome di ogni personaggio. Fa tenerezza quel “grazie, mamma”, posto alla conclusione. Ma ci stava, se si considera che la mamma ha effettuato le riprese, ha consigliato i costumi, ha pensato alle pettinature. “Appena avevo iniziato le riprese, truccata e vestita a seconda del personaggio -spiega- mi sono subito resa conto che era impossibile registrare. Troppi rumori: il vento che muoveva le foglie, un improvviso cinguettio. Rovinava il mio impegno mentre mi calavo nel personaggio. Così ho girato le scene silenziate, muovendo la bocca per dare l’impressione che cantassi. Poi ho rimontato il tutto e ho ridoppiato la voce. Il musical è partito come uno scherzo. Invece s’è rivelato una esperienza arricchente anche per la mia professione”. Terminato il liceo scientifico, “non mi sarei immaginata di fare altro che cantare”. E così è stato.
Federica Lucchini