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Travedona-E’ in cantiere un progetto di restauro della tomba di Tognino, la cui epigrafe è stata scritta del bisnonno Alessandro Manzoni

 29 Agosto 2016 |  Pippo | |

“O angelo già su questa terra/ il lutto dei tuoi genitori/ e dei congiunti che t’amavano tutti qual figlio/ non potrà essere compreso da chi non conobbe/ quali gioie e quali speranze/ i saggi precoci e singolari/ del tuo core e della tua mente/ tennero vive/ Ahi! Per quanto breve tempo negli animi loro”.

“E’ in cantiere un progetto di restauro di questo bene culturale unico costituito dalle tombe della famiglia Garavaglia, fra cui quella di Tognino, la cui epigrafe è stata scritta del bisnonno Alessandro Manzoni”. La dichiarazione del professore Angelo Stella, travedonese, presidente del Centro Studi Manzoniani, casa del Manzoni, fa comprendere come dietro al gruppo di undici tombe, delimitate dal muro di cinta del cimitero di Travedona, c’è un lavoro tenace per permettere di salvaguardarle e di portare alla luce le scritte. “E’ un progetto che si sta concretizzando grazie al finanziamento del dottor Ercole Lucchini, travedonese, figura illuminata, imprenditore operoso e silenzioso, che ha dato lavoro a tante famiglie e che si è assunto l’onere di tutte le spese per il riordino dell’area”, interviene il sindaco Andrea Colombo e aggiunge: “Già, sette anni fa il Comune aveva effettuato un intervento di 14mila euro per la sua pulizia e costantemente la manutende, come le altre tombe d’epoca nel cimitero, che conservano spoglie di persone non hanno più parenti”. Ora, l’amministrazione comunale, il professor Stella, il benefattore, e l’architetto Pier Guido Baj di Gavirate che firmerà il progetto, sono all’opera in sinergia. E hanno effettuato un sopralluogo all’interno dell’area Garavaglia. L’attenzione è stata volta a tutte le tombe della famiglia, fra cui sono comprese quelle di due fedeli collaboratrici, ma l’attenzione è stata volta in particolare a quella di Tognino, la cui nonna Cristina era figlia del Manzoni. Il piccolo, di cinque anni e due giorni, era molto amato dal bisnonno, come rivela l’epigrafe tuttora illeggibile del 5 giugno 1869, il cui testo è stato riportato dal prof. Stella: “O angelo già su questa terra/ il lutto dei tuoi genitori/ e dei congiunti che t’amavano tutti qual figlio/ non potrà essere compreso da chi non conobbe/ quali gioie e quali speranze/ i saggi precoci e singolari/ del tuo core e della tua mente/ tennero vive/ Ahi! Per quanto breve tempo negli animi loro”. “Le epigrafi del Manzoni – spiega il professore – sono pochissime”. L’attenzione del docente è rivolta anche alle altre tombe, tra cui quella della madre del piccolo, Enrichetta Garavaglia Baroggi sopravvissuta molti anni all’amatissimo figlio e a sua volta molto amata dal nonno Alessandro che in una lettera le aveva scritto: “Enrichetta! Nome soave, sacro, benedetto per chi ha potuto conoscere quella, in nome di cui ti fu dato (ndr. Enrichetta Blondel, la nonna materna)”. Attorno le tombe dei fratelli di Tognino, del suo nonno paterno, Antonio “giureconsulto eminente della magistratura lombarda”, del prozio Luigi, che aveva partecipato a tutte le guerre risorgimentali e che fu Grande di Spagna. Un’area intrisa di storia e di amore per le proprie radici. Lo si legge nella soddisfazione di Stella e di Lucchini. Lo si legge nella dichiarazione del sindaco: “L’amministrazione è molto attenta al territorio e ai suoi valori”. E il restauro può costituire un primo passo per iniziative culturali che diano lustro al paese di Travedona.
Federica Lucchini

Dalla Prealpina

Sulla tomba di Tognino Garavaglia, morto a 5 anni nel 1869, un’epigrafe riporta una poesia del grande scrittore milanese, che era bisnonno del piccolo. È nel cimitero di Travedona, dimenticata e preda del tempo

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