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Tra musica e poesia di Felice Magnani

 10 Giugno 2020 |  Pippo | |

La musica non è solo un accordo di violino,  come la poesia non è solo quella parola che profuma di mondo, ma entrambe suscitano un’emozione, fanno battere il cuore e sudare le mani e con loro un corpo e una mente che sembravano paralizzati, improvvisamente si alzano e con lo sguardo cercano il cielo. Nella musica, come nella poesia, qualcosa di cielo c’è, quel senso del mistero, quell’infinito che non sai mai dove vada a finire, quella voglia di alzarsi in volo e volare per capire dove stia di casa la verità. La musica del cielo suona ininterrottamente e con strumenti e colori diversi. La puoi ascoltare osservando una nevicata, o un pomeriggio di pioggia grondante o quando la furia diventa tempesta e batte senza sosta sui vetri delle case o sui tetti o quando ancora s’infiamma di sole e rende faticoso il respiro. La musica del cielo è molto silenziosa, è molto difficile riuscire ad ascoltarla e ancor di più capirla, soprattutto quando s’ammanta di chiaroscuri e di ombre, quando arriva in sordina seguita da un pensiero che parla d’amore. E’ musica che non s’improvvisa, che puoi ascoltare sempre, ma bisogna saperla apprezzare, bisogna fare un salto in avanti, andare oltre quei rumori assordanti che ci rovinano l’esistenza, bisogna imparare ad apprezzarla porgendo l’orecchio e magari  infilando lo sguardo in quell’oceano di stelle che popolano l’oscurità della notte. E’ proprio da quell’ondeggiare tremolante che ti sovrasta che arriva una musica forse mai sentita prima, ma straordinariamente dolce, al punto che non vorresti più abbandonarla. C’è dentro quella musica una brezza di primavera o quella di un vento che spira per esaltare gli accordi  più alti, ma anche quella di fruscii scompigliati, di rumori che non sai mai indicare o distinguere o animare. E’ davvero strano come nel cuore del silenzio ci sia la parte più bella e forse più interessante della musica che vive con noi e che in molti casi non vediamo o non sentiamo perché ci siamo dimenticati di dove siamo, di chi siamo, di cosa vogliamo, di cosa fare per provare almeno una volta nella vita a sentir battere il nostro cuore con i suoi ritmi ora lenti e ben scanditi, ora accelerati e inquieti, ci siamo dimenticati che  tra musica e poesia c’è un accordo meraviglioso, ma gli accordi bisogna saperli intuire, capire, volere, sentire, alla base di tutto c’è sempre un atto di volontà, qualcosa di cui non possiamo fare a meno quando vogliamo risvegliare qualcosa che c’è, ma è come se fosse morto per sempre.

 

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