– La questione è tutta racchiusa in una parentesi. Questione che i due relatori – Tiziana Zanetti e Amerigo Giorgetti – ieri sera nel Salone Estense hanno presentato con la loro assodata competenza e con la sensibilità di chi conosce il nostro lago nei suoi più profondi palpiti. “Varese e il (suo) lago” era il tema della serata che voleva porre un punto di domanda proprio sulla denominazione dello specchio d’acqua partendo dal concetto che il lago è un avvallamento, pieno d’acqua, una terra e in quanto tale appartiene ai comuni rivieraschi. In questo percorso, presentato magistralmente da entrambi, non sono mancati i nomi di Alba Bernard, ancora insuperata con il libro “Splendori e vitalità del lago di Varese” dove nell’introduzione sottolinea “la linea di confine tra i due mondi” (Varese e il lago) e quello di Luigi Zanzi “Varese e la sua misurata distanza dal lago”. Giorgetti, invece, ha evidenziato quanto i due mondi non sono distanti a partire dall’antico mercato alla Motta dove si vendeva il pesce, per proseguire con i varesini che fornivano i soldi per i rialoni, dal podestà che doveva dirimere le questioni di pesca abusiva, dagli stessi commercianti che sceglievano di avere rapporti diretti con i pescatori. “Varese ha creato la modernizzazione della pesca sul lago”, ha osservato.
La “piccola officina di spunti”, come ha definito il momento la Zanetti, ha dato il “la” alla considerazione del lago come paesaggio culturale, toccandone i valori, la salvaguardia e la tutela dei documenti. Coinvolgente la descrizione dell’affresco nel castello di Masnago raffigurante una dama in barca sul lago: i signori che volevano esternare il loro potere attraverso l’arte.
Sta di fatto, comunque, che la serata ha avuto punte di alto lirismo: a partire da Mauro Della Porta Raffo che ha ricordato quando nel 1948 un’importante rivista abbia scelto, dopo le cascate dello Zambesi, il nostro lago con la catena delle Alpi come il paesaggio più bello al mondo. Per seguire con il moderatore, avv. Andrea Mascetti, che ha definito il lago “un luogo boreale” per la bellezza di certi tramonti, Tiziana che quando parla della sua famiglia di pescatori dà voce alla sua anima più profonda e Amerigo che quando ha ricordato la pesca del “rierùn”, si è arrestato improvvisamente, tanto le parole non avrebbero reso la sua emozione. Degna conclusione con le fotografie dell’archivio privato di Mauro Zanetti a far comprendere quanto il lago sia un paesaggio dell’anima.
Federica Lucchini