Nel suo nome “Speranza” è contenuto il desiderio che potesse conoscere il padre. Così non è stato. Speranza Moscato, nata il 25 aprile 1918 in Veneto è stata una delle ultime orfane della Grande Guerra. Fin da piccola ha conosciuto cosa è il dolore: suo papà era stato catturato dagli austriaci dopo la battaglia di Caporetto e deportato in un lager in Austria. Non rivide più la sua famiglia e non conobbe la piccola.
Lei è cresciuta forte, consapevole del valore del sacrificio. E ha formato una bella famiglia che ieri (25 aprile) era presente al completo alla Fondazione Molina per festeggiare il suo compleanno: cento anni in cui ha trasmesso grandi valori. I quattro figli, sette nipoti e tanti pronipoti hanno voluto stringersi attorno a lei per vivere questo momento con grande vicinanza. Non sono mancati Sergio Ferrario, presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, che le ha consegnato una targa, e il sindaco di Casciago Andrea Zanotti, suo vicino di casa che ha avuto modo di apprezzare le sue doti umane. Sarta per una vita, è giunta a Lissago dal Veneto negli anni Trenta. Ricorda con grande affetto il marito, custode del cimitero di Giubiano.
Federica Lucchini