Non abbiano paura gli abitanti di Comerio se di notte vedono delle torce illuminate nella zona dietro il cimitero in via Sacconaghi dove scorre il torrente Rio di Mezzo: non sono ladri. Sono volontari che trasportano i “Bufo bufo” nei secchi, per depositarli vicino all’acqua. “Ma cos’è uno scherzo?”, si può pensare. No, è un atto lodevole e di tutto rispetto: sono persone che anche sotto la pioggia salvano i rospi (“Bufo bufo” è il loro nome scientifico) da una morte assicurata. Dedicano ore, muniti di secchiello e di guanti, a questa attività, che, se spiegata, rivela come donne e uomini, che credono nella salvaguardia della specie (vorace peraltro contro le zanzare), affrontino sacrifici, dopo aver svolto la loro attività quotidiana. Floriana, Daniele, il loro team di collaboratori e i volontari di Legambiente Varese, dal 21 febbraio, hanno cominciato il loro lavoro quando cala la sera. Si dirigono in via Mazzorin dove sono state innalzate le barriere di protezione per fermare gli anfibi prima del loro attraversamento della strada al fine di dirigersi verso il torrente Tinella dove da tempo immemorabile depositano le uova. Quest’anno c’è stata una variazione a causa dell’aumento della potenza d’acqua dello stesso Tinella: rischierebbe di travolgerli. E’ stato necessario dedicare tempo alla ricerca di un altro corso d’acqua più consono alle esigenze degli anfibi. L’attenzione è stata volta al Rio di Mezzo, in territorio di Comerio. Con il beneplacito dei due sindaci, Michele Ballarini, di Comerio e Alessandro Boriani di Luvinate è cominciato il trasferimento. A mano a mano che scendono dalle pendici del Campo dei Fiori, i rospi vengono presi e depositati nei secchi con una particolare accortezza: distanziati, in modo che i maschi più piccoli non sovrastino le femmine che sono di corporatura più grossa. Il tempo di riempire alcuni dei contenitori e, via, in auto verso Comerio. “I rospi tendono a disidratarsi, essendo animali a sangue freddo -spiega Floriana- Pertanto hanno bisogno di essere portati nell’acqua il più presto possibile”. Al ritorno, il lavoro continua. Ed è intenso. La sera di lunedì scorso Floriana è tornata a casa alle ore 23,45. Dopo aver depositato le uova, i rospi ritorneranno in autonomia nei loro luoghi. “Non soffrivo più la vista di rospi schiacciati dalle auto”, spiega la volontaria che sottolinea come la maggior parte dei conducenti non fa nulla per evitarli. Si avrebbe bisogno della presenza di più volontari, sensibilizzati fin da bambini, altrimenti i rospi rischiano di estinguersi. Per ora ne sono stati salvati 202. “La loro presenza -spiega Boriani – è indice di qualità ambientale. Loro sono una parte fondamentale del ciclo naturale delle nostre foreste”.
Federica Lucchini