Il piacere di incuriosire e di approfondire la storia di Besozzo, già peraltro ricca di un passato importante per la nostra plaga, con “chicche” che ingolosiscono: bisogna aver ammirato fin da bambini nel cortile di casa Adamoli le divise appartenute a Giulio, senatore del Regno, aver giocato nei cunicoli del castello per sviluppare una passione lunga una vita. Se poi si aggiunge una famiglia alle spalle, che ha vissuto in prima persona il Risorgimento, il desiderio di condividere foto e documenti significativi per Augusto Fichtner, 77 anni, già impiegato presso il CCR di Ispra, diventa impellente: così sulla pagina di Facebook vengono alla luce documenti che destano molto interesse. La modalità di presentazione richiede l’attenzione dei lettori: una fotografia con lo stemma dei Besozzi sopra un portale murato. Chiaramente è all’interno di un appartamento. Ma dove? In questo modo la mente è costretta a pensare ad ogni anfratto di un palazzo denso di storia per scoprire l’antico accesso al castello medievale, trasformato successivamente in stalle per ricovero dei cavalli e poi in appartamento. “Sono orgoglioso delle mie ascendenze di rilievo, che arrivano fin dalla Boemia -spiega-. Sono nato e cresciuto a Besozzo e la mia infanzia è stata intrisa delle esperienze vissute in casa Adamoli, cuore storico della città, prima che fosse trasformata negli attuali appartamenti: ero amico del figlio del custode e con lui ho individuato anfratti, cunicoli, che oggi non è più possibile vedere. Ho voglia di far vivere ai besozzesi quella curiosità e quella sensazione di orgoglio che provavo quando mi rendevo conto di trovarmi in un luogo dove la vita era trascorsa dapprima all’insegna del potere e della sua difesa, poi, della costruzione dell’Italia”. Così il 21 febbraio scorso Augusto ha postato un documento trovato in circostanze fortunose nella capitale egiziana, Il Cairo (dove Adamoli era stato console), dopo la partenza di Re Farouk per l’esilio nel 1952. Scritto a casa Adamoli il 24 maggio 1859, si tratta di un dispaccio urgente che porta una firma importante, quella di Garibaldi, ed è indirizzato al suo luogotenente Nino Bixio: “In caso non attacchiate Laveno questa notte, ritiratevi a Gavirate, perché siamo minacciati noi stessi in Varese”. Il generale Urban stava preparandosi per l’attacco. “Circa i cavalli -prosegue- dovreste voi stesso requisire e far riposare quelli delle nostre guide. Che si dia da mangiare ai Cavalli e che non galoppino inutilmente. In caso udiste fuoco vivo a Varese, venite anche senza essere chiamato”. Un pezzo da novanta per Augusto, che ha nel sangue lo spirito patriottico del bisnonno, che fece parte del governo provvisorio di Milano nel 1848 condannato, dopo il ritorno al potere dell’Austria, alla confisca dei suoi beni nel Voralberg. In quella divisa che ha indossato durante cerimonie rievocative, riproduzione dell’uniforme Adamoli di Carabiniere di Genova, sta il significato del suo percorso di vita all’insegna della gratitudine.
Federica Lucchini
Da Internet
Ricordi personali e besozzesi di Augusto Fichtner