Fronte comune dei rappresentanti dell’Associazione Comuni Rivieraschi “sull’idea di progetto”- come la definiscono – presentata dalla Società di tutela e salvaguardia delle acque dei laghi di Varese e di Comabbio: un sì decisamente favorevole “anche perché è stata una proposta tempo fa della stessa Associazione”, specifica Emilio Magni, sindaco di Cazzago Brabbia, ingegnere idraulico. “Infatti, in realtà, non c’è nulla di nuovo – spiega Raffaele Simone, assessore ai lavori pubblici del comune di Azzate e presidente pro tempore dell’associazione – Siamo dunque allineati nel condividere il risanamento, concordando sulla necessità del prelievo ipolimnico per togliere il fosforo accumulatosi in profondità con la marcescenza delle alghe, senza dimenticare l’importanza di un intervento esterno con lo sdoppiamento delle reti fognarie. Queste due combinate miglioreranno le condizioni delle acque. Gli anni peggiori sono finiti; certo, non diventerà un lago alpino – specifica l’assessore – ma il risanamento sarà evidente”. Il presidente sottolinea il rapporto sinergico con la Provincia e l’importanza del ruolo di Alfa, attraverso cui passerà il futuro delle acque. “Abbiamo un’ idea progettuale – conferma Stefano Cavallin, amministratore unico della Società di tutela – Stiamo aspettando che la Provincia termini lo studio sulle acque del lago e sull’impianto di prelievo ipolimnico, finanziato dalla Regione alla fine del 2016. I risultati verranno uniti all’idea progettuale su cui stiamo lavorando e quindi chiederemo i finanziamenti”. “E’ una delle strade tra le più positive che si possono intraprendere – interviene Valeria Musco, assessore delegato del comune di Gavirate – giacché sul fondo del lago si sono depositate sostanze tossiche di fatto inquinanti. Lì il problema soggiace, senza dimenticare lo sdoppiamento della rete fognaria e lo sfalcio delle alghe, da parte della Provincia per evitare il loro moltiplicarsi”. Pieno consenso da parte del consigliere Salvatore Consagra di Bardello, che pone l’attenzione sulla serietà del progetto, della sindaca di Biandronno, Sandra Scorletti, in linea con Raffaele Simone e con il vice di Galliate Lombardo, Maurizio Baruffato che sposta l’attenzione, per annullare il processo biochimico che priva l’acqua dell’ossigeno, verso l’Unione Europea. “Il lago di Varese – afferma – è al centro dell’interesse dell’Unione. Quindi andiamo avanti”, lasciando intendere che da lì potrebbero provenire i fondi. “Abbiamo già perso il treno l’anno scorso – spiega Magni – quando sarebbero potuti arrivare fondi regionali, ma il progetto non era pronto. Ricordiamo che i soldi sono alla ricerca di buone idee. Ora i tempi sono maturi, il progetto ci sarà e a tempi brevi si deve partire”. Il sindaco di Cazzago Brabbia, però, non dimentica che è da un anno che non si riunisce l’Osservatorio del lago di Varese, ente deputato all’approvazione del progetto, in quanto coinvolge tutte le competenze. Eleonora Paolelli, sindaco di Bodio, comune iniziatore dell’Associazione, è soddisfatta del risultato, ma, abituata ad avere un ruolo importante nell’Associazione e, dunque, una lunga esperienza esprime certe riserve: “Il progetto ci sarà. Bene – afferma – ma il sì di Varese è solo formale o nasconde altre remore? Ciclicamente si assiste all’apice dell’interesse attorno alle acque del lago di Varese, si individuano buone soluzioni, poi il nulla. Dobbiamo darci una mossa, non seguire i tempi biblici delle amministrazioni. Dobbiamo prendere questo treno e non fermarci: questo progetto è un nostro cavallo di battaglia!”.
“Di soldi e parole se ne sono spesi tanti, non arrivando a risultati concreti – afferma Gianfranco Zanetti, pescatore professionista, una vita sul lago di Varese – Tanti e diversi i rimedi proposti, ma non s’è ancora visto nulla. A me vanno bene preventivi, studi, ma il pagamento deve essere effettuato a lavori fatti, non prima. La situazione continua ad essere grave fin quando le fogne entrano nel lago”.
Federica Lucchini