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“Sicurezza e truffe presso le abitazioni e il territorio”

 10 Dicembre 2017 |  Pippo | |

“Ha sventato un furto, intuendo subito l’inganno. La voce dall’altra parte del filo la stava invitando a correre subito fuori casa perché suo figlio aveva avuto un grave incidente. Ma lei fredda non si è scomposta e ha capito che per la disgrazia non c’era nulla da preoccuparsi, mentre invece lo sarebbe stato se fosse uscita, poiché lasciava adito ai ladri di entrare tranquillamente nel suo domicilio. Lei aveva solo una figlia”. Questo episodio, narrato da Gianfranco Morando, già sovrintendente capo della polizia di Stato con esperienze in scorte di politici durante l’incontro “Sicurezza e truffe presso le abitazioni e il territorio”, organizzato dal comitato di Besozzo “Grande Nord”, coordinato da Dario Brunella, riguarda una anziana di Besozzo. Nel bar “la bisca” di via Roma, mercoledì sera tanti sono stati gli accorgimenti che il relatore ha illustrato “poiché le truffe in particolare presso gli anziani stanno aumentando in modo esponenziale”, ha spiegato. Un piccolo filo di lana adagiato su una spalla del cappotto o della giacca può sembrare un nulla: invece non è così. Rappresenta l’indicazione per un truffatore che aspetta fuori dalla banca o dall’ufficio postale che il suo complice ha visto quella persona prelevare parecchio denaro, quindi lui deve agire. Tanti le indicazioni enunciate ed ascoltate attentamente dai presenti. “Il truffatore medio, abilissimo nel raggirare – ha continuato Morando – si pensa che possa essere di poca cultura. Errore: è un professionista, simpatico, affascinante che spesso usa parole difficili, ma che assieme ad un complice ha studiato lungamente la vittima, conoscendo perfettamente le abitudini. Un esempio: se questa lavora intensamente durante la giornata, il truffatore sa bene che la notte per la stanchezza dorme profondamente, quindi l’ideale è colpirla nel “rem”, cioé nel momento più profondo del sonno, sicuri che non si sveglia”. Innumerevoli gli Fra i più recenti accorgimenti usati dai truffatori è adagiare una bottiglia di plastica tra la ruota e il parafango: quando l’auto parte produce un rumore strano. Il conducente si ferma per controllare mentre il truffatore entra nell’auto. L’attenzione è stata rivolta in particolare agli anziani, prede facili, che spesso non fanno sapere nulla per paura di essere rimproverati dai figli per la loro scarsa avvedutezza. Il rimedio? “Confrontarsi con il vicinato con il quale tenere vivi rapporti di fiducia e di sostegno”, ha concluso Morando.
Federica Lucchini

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