“Loro sono gli immigrati. Sono persone. Persone con sentimenti, paure, parenti da raggiungere, magari. E noi dovremmo chiudere i porti? E se fossimo noi al posto loro? Perché affrontare un viaggio da cui non sai se uscirai mai vivo se non per migliorare la tua vita? Sono ragazzi come me, anzi non come me. Hanno vissuto molto più di quanto ho vissuto io, e non perché alcuni hanno più anni di me, ma perché hanno esperienza e magari più brutale. Hanno visto cose che noi non possiamo neanche immaginare e anche per questo hanno più sapere”. Questo è il nucleo centrale dell’elaborato di Caterina Sophia Caradonna, classe 2^ B, della scuola secondaria “Fermi” che ha vinto il primo premio, aderendo con i suoi compagni e gli insegnanti alla proposta della famiglia Aimetti che ha istituito una borsa di studio dal titolo “Siamo tutti migranti”. Il regolamento prevedeva un approfondimento delle tematiche riguardanti l’accoglienza e l’integrazione con attenzione alle cause che stanno determinando i processi migratori su scala globale. Il momento della premiazione è stato particolarmente vissuto, poiché la tematica sta a cuore all’Istituto. Alla presenza del sindaco, Silvio Aimetti, che ha finanziato l’iniziativa con la validità di tre anni con la moglie Isabel Ann Lange, della dirigente Claudia Brocchetta e degli altri componenti della commissione giudicatrice (prof.ssa Marilena Codispoti, la rappresentante della cooperativa Colce, dott.ssa Silvia Antonetti i il sindaco del consiglio comunale dei ragazzi, Ilaria Di Toma) sono stati consegnati gli altri premi: il secondo a Ludovica Milanta, il terzo a Greta Costantini, Laura Gabrielli e il quarto a Celeste Marchiori e Tommaso Limongi. L’importo destinato per ogni anno è di 500 euro, in parte finanziato dalla vendita del libro “il viaggio dell’inclusione”, di cui è autore Aimetti. “Non chiedo che ognuno debba amare il prossimo come la maggior parte delle religioni predicano -scrive un altro ragazzo premiato- Chiedo che ognuno di noi rispetti il prossimo. Lo rispetti per amore di sé stesso perché, in fondo, se tu ti ami non hai bisogno di disprezzare o di umiliare qualcun altro. Non giudicate le persone per come sono esternamente, ma per i valori e i pregi che ognuno di noi ha: indipendentemente dal colore della pelle, dall’età e dall’origine, siamo tutti migranti”. Pillole di profonda umanità, che i ragazzi ci offrono, dopo un’esperienza scolastica vissuta all’insegna dell’accoglienza scaturita dalla sinergia tra il loro Istituto e l’amministrazione comunale.
Federica Lucchini
Varesenews
Siamo tutti migranti: premiati gli studenti del concorso promosso da Silvio Aimetti