“Siamo pronti per l’accoglienza. Le parole di Papa Francesco ci impegnano come comunità a vivere questa esperienza nello spirito evangelico”. Ieri (oggi 29 ottobre) le parole di don Franco Trezzi, parroco della Comunità Pastorale “Sacra Famiglia”, sono state ascoltate dai fedeli durante la celebrazione delle messe nelle chiese di Caldana e di Sant’Andrea. Dopo un intenso lavoro di preparazione durato un anno, il 6 o il 7 novembre arriveranno tre richiedenti asilo, provenienti due dalla Costa D’Avorio e uno dalla Nigeria, che verranno ospitati in una parte dell’ex casa parrocchiale di Cocquio, opportunamente predisposta. A loro, si aggiungeranno altri tre migranti entro la fine del mese. Al loro arrivo in Italia a maggio, tutti sono stati accolti presso il Centro di accoglienza dei Comboniani a Venegono Superiore. L’iniziativa parte dalla parrocchia in collaborazione con il comune che ha stipulato una convenzione con la cooperativa “Intrecci”, espressione della Caritas ambrosiana, a cui sono affidati i richiedenti asilo. La preparazione dell’accoglienza, che ha visto coinvolta una quindicina di volontari, non ha riguardato solo l’aspetto strutturale, ma soprattutto quello umano. La finalità è quella di creare una rete attorno agli ospiti che coinvolga diverse realtà sociali. Un esempio è costituito dall’Istituto Sacra Famiglia che è pronto alla collaborazione. La conoscenza dell’italiano degli asilanti risale al mese d’arrivo, quindi continuerà presso il Centro Professionale d’Istruzione Adulti all’Istituto “Stein” a Gavirate e anche a domicilio, in modo personalizzato, grazie alla presenza di personale insegnante ed ex insegnante. “Abbiamo deliberato in giunta la convenzione con la cooperativa “Intrecci” – spiega il sindaco Danilo Centrella – Gli asilanti dovranno essere impegnati come volontari in lavori socialmente utili a favore della comunità per cinque ore al giorno. E’ basilare il loro contributo: quando arriveranno dovranno indossare da subito la giacca da volontari. Quindi nessuna possibilità di stare seduti nullafacenti sulle panchine a bivaccare. Vogliamo il rispetto delle regole”. Parole severe, legate anche alla ordinanza emessa venerdì scorso che vieta di bivaccare nel centro abitato, di chiedere l’elemosina, oltre che di imbrattare muri, arredi urbani e proprietà comunali.
Sul territorio di Cocquio Trevisago sono presenti altri quattro richiedenti asilo, due coppie di ghanesi, giunte nel mese di luglio dal Centro di accoglienza di Cuveglio, dove la presenza era esclusivamente maschile. Sono gestiti dalla cooperativa “Agrisol”, espressione della Caritas comasca.
Federica Lucchini