Si è dimesso Isacco Sandrinelli, assessore esterno all’urbanistica, ai lavori pubblici ed edilizia privata. Con una lettera al sindaco Danilo Centrella, protocollata il 10 febbraio, giorno in cui è avvenuta la seduta dell’ultimo consiglio comunale, ha spiegato così le sue motivazioni: “La mia decisione nasce nel pieno rispetto della mia etica e professionalità che mi hanno portato a concludere che talune scelte, purtroppo non condivise, non rispettano quanto i miei concittadini vorrebbero per il paese che si amministra”. Interpellato continua: “Siamo in fase di redazione del bilancio e mi sarebbe piaciuto coinvolgere i cittadini nelle scelte del nostro territorio, magari con sondaggi popolari e/o consigli comunali aperti prima di destinare cifre importanti per opere pubbliche. Ad esempio, sulla nuova sede del municipio”. E sulla nuova denominazione della via generale Pietro Maletti?: “L’atto deliberativo di giunta c’è già. Senza nessuna discussione. Io per questo non ero presente”. Sandrinelli è il terzo assessore dimissionario di questa amministrazione. “E’ stato nominato con un decreto di fiducia mio -spiega il primo cittadino- per un tempo determinato. Ha svolto la sua funzione su alcuni temi e in preparazione della figura di un nuovo assessore, già prescelto, all’interno del consiglio (a differenza di lui che è esterno) e che verrà nominato a breve. Non ho dato lettura della sua comunicazione, in quanto ho tempo 15 giorni per la nuova nomina”. Terminato il consiglio, aperto con un minuto di silenzio, in memoria delle vittime delle foibe, essendo la giornata del ricordo, e dopo la visione del docu-film di Antonello Cervigiani “Debra Libanos”, sulla più grande strage di cristiani in Etiopia per ordine del generale Graziani e per mano di Maletti, la serata si è animata. E’ iniziato, infatti, il dibattito, aperto dal sindaco con i cittadini per capire la loro volontà sulla scelta della giunta riguardo il cambiamento del nome della via, posta di fronte all’abitazione del generale. “Io non impongo niente. Percepisco i vostri dubbi, le incertezze e i vostri consensi. Nel frattempo vi chiedo proposte costruttive. Ora nessuno può negare di non sapere”, ha spiegato Centrella, al termine della proiezione. Serata animata: fra i presenti una rappresentanza dei 70 residenti della via, per un totale di 24 famiglie, invitati dal primo cittadino assieme al parroco, don Fabio Giovenzana. La chiesa di sant’Andrea è, infatti, prospiciente la via: “Io vedo bene la sostituzione -ha detto il sacerdote- Questo documentario ha parlato chiaro. Quanto alla nuova denominazione penserei ad un tema che abbia a che fare con i martiri cristiani. Ne discuteremo in consiglio pastorale”. Pienamente d’accordo Fabio Notarnicola, pastore della chiesa evangelica “Vita nuova” di Cocquio la cui dichiarazione è stata condensata nella frase: “Si può morire per ciò che si crede, ma non si può far morire per ciò che crediamo noi”. “Noi tedeschi -ha spiegato Magdalena Tiebel-Geres della comunità evangelica ecumenica di Ispra Varese, che ha sede a Caldana- siamo coscienti del ruolo che ha avuto la Germania durante la guerra. Abbiamo esperienza di cambiamento di strade. L’importante è che i cittadini siano consapevoli e che pensino ad una nuova denominazione che sia di esempio”. Pochi i contrari al cambiamento per motivi etici. A conclusione un applauso per l’alto valore morale dell’iniziativa.
Federica Lucchini
Fra il pubblico è stato proposto il nome di Fernanda Gattinoni, stilista di fama internazionale, nata a Cocquio, e da parte di una consigliera comunale di minoranza, Maria Luisa Savoldi, il ricordo di don Luigi Colnaghi, parroco per decenni a Sant’Andrea. E’ emersa a chiare lettere la preoccupazione di alcuni residenti per le pratiche burocratiche che si dovranno espletare con il cambiamento della via. Il vicesindaco Sara Fastame ha spiegato che il comune farà la sua parte nel contribuire ai disagi e che sabato 15 febbraio nella sala “Sandro Brunella” dove si è svolto il consiglio comunale, i consiglieri saranno presenti per offrire delucidazioni più dettagliate, imnaugurando la tradizione di incontro con i cittadini due sabati il mese (ilprimo e il terzo).