Sfalcio e pulizia delle acque del lago di Varese e della palude Brabbia per asportare la vegetazione acquatica infestante. E’ questo il servizio che attiverà la Provincia per la prossima stagione estiva, da giugno a settembre, come da consuetudine, nonostante le criticità legate al particolare momento storico. Lo comunica la consigliera delegata al territorio, Mariella Colombo, rappresentante dell’ente gestore delle aree naturali protette, quali la Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Lago di Varese” e Riserva Naturale Regionale (RNR) “Palude Brabbia”. Due sono le tipologie di intervento previste: la prima è di manutenzione ordinaria ed ha lo scopo di garantire l’accesso alle aree di interesse pubblico, come i porti, i lidi e gli approdi comunali che sono toccati dall’espandersi della castagna d’acqua, la “Trapa natans”. La seconda ha la funzione di gestione naturalistica, cioè di contenimento e di eliminazione delle specie vegetali esotiche invasive che costituiscono una minaccia per la biodiversità locale, come il fiore di loto, presente sulle sponde di Biandronno e di Calcinate del Pesce. Il “Nelumbo nucifera”, questo è il suo nome scientifico, quanto è bello per la sua fioritura, quanto è infestante. Tra i suoi steli non entrano i pesci per l’oscurità che generano. A ottobre cominciano ad appassire. Se non sono stati tolti, marciscono nel fondo, togliendo l’ossigeno. L’attenzione della consigliera delegata si sofferma sul tratto di Biandronno dove il fiore di loto si sviluppa seguendo la linea della costa per circa 800 metri, creando problematiche non solo derivanti dalla competizione con le specie autoctone, ma anche di interramento e di circolazione delle acque nel canale che separa la costa dall’isolino Virginia, zona di importante interesse archeologico, riconosciuta come sito Unesco. Nel canale, questa specie, oltre a essere responsabile di un’accelerazione del processo di interramento, è di ostacolo alla libera circolazione delle acque e compete con una formazione di ninfee bianche, specie protetta ai sensi della L.R. 10/2008. Il basso livello delle acque e la presenza del vincolo archeologico richiedono di intervenire con molta attenzione, al fine di non danneggiare il fondale lacustre mediante raschiamento da parte dei mezzi come soprastanti come pala meccanica, chiatte, eliche, chiglia delle barche. Pertanto verranno utilizzati macchinari a basso pescaggio, e comunque, l’intervento non verrà eseguito in mancanza di livelli adeguati delle acque per garantire la salvaguardia del fondale lacustre da azioni accidentali di sfregamento. Un’altra minaccia per la biodiversità è costituita dalla porrocchia (Ludwigia palustris), dalle caratteristica fioritura gialla, che si sviluppa sulle sponde a sud del lago. Infatti, in base all’esperienza maturata nel corso degli anni, le aree sottoposte alla maggiore attenzione della Provincia sono il porto di Cazzago Brabbia, di Bodio Lomnago, l’approdo di Galliate Lombardo, la darsena di Azzate a cui si aggiungono il porto di Varese a Capolago, il parco Zanzi, il lungolago Isola Virginia a Gavirate. Per la palude Brabbia, le zone di interesse sono il canale il cui alveo è in alcuni tratti invaso dal canneto e gli specchi d’acqua presenti nel corpo centrale della Riserva Naturale.
Federica Lucchini