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Settantacinque anni di gioventù: è un privilegio che, a merito, la sezione del CAI di Gavirate si può attribuire.

 14 Dicembre 2021 |  Pippo |  Lascia un commento |

Settantacinque anni di gioventù: è un privilegio che, a merito, la sezione del CAI di Gavirate si può attribuire. C’è un dato, infatti, che la contraddistingue e che costituisce un vanto speciale e prestigioso: dei 626 soci il 26% è costituito da giovani e giovanissimi sotto i 18 anni, mentre il dato nazionale, per questa fascia di età, oscilla attorno all’8%. Il momento di festa che ha celebrato il ragguardevole compleanno in sala consiliare di fronte a una platea che, rispettando le regole del distanziamento, ha riempito ogni posto, è stato all’insegna della soddisfazione, della gioia “per aver assolto, fin da decenni fa, un preciso compito sociale: appassionare i ragazzi alla montagna e offrire loro opportunità di viverla”, ha sottolineato il sindaco Silvana Alberio, invitando il gruppo a continuare in questo cammino. E’ stato ripercorso con orgoglio il passato con l’occhio puntato verso il futuro. Così, chiamati dal presidente Rodolfo Rabolini, sono stati premiati Camilla Ghiringhelli, Romana Bianchi e Luigi Gerosa per i 25 anni di appartenenza. E’ una storia di amicizia, che ha avvicinato Felice Buzzi cinquant’anni fa al CAI. Il suo percorso è stato costellato di viaggi in tutto il mondo raccontati attraverso una documentazione fotografica di prestigio, caratterizzata da una grande sensibilità. A lui, come ad Angelo Bertoni, presidente dal 1989 al 2008,, è stato consegnato un distintivo d’oro. Significativo il ricordo di quest’ultimo in merito al libro “Un diario lungo cinquant’anni”, scritto a più mani 25 anni fa, sintesi della storia del Cai, nato grazie alla sinergia di Buzzi, Antonio Giovenzana e la segretaria Mariuccia Mondini. Due altri nomi significativi sono emersi durante la serata: Carlo Biasoli, da ben 60 anni, socio attivo, ed Enrico Mascioni, il cui ricordo è stato tratteggiato dal presidente: “Ha fatto parte dell’epopea più gagliarda del CAI. Presenza dolcissima e rassicurante, è stato il maggio fruitore della biblioteca, che a lui viene intitolata”. L’attenzione di Rabolini è stata volta alle tante attività svolte dall’associazione sottolineando che “l’approccio alla montagna è un impegno concreto, improntato al desiderio di esplorazione, dove la libertà e il senso di responsabilità individuale, l’accettazione del rischio e il senso del limite si armonizzano con l’attenzione e lo studio dell’ambiente”. Significativa la conclusione con il coro Valtinella, diretto dal maestro Sergio Bianchi: l’amore per la montagna lega le due realtà.

Federica Lucchini

 

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