C’è chi lo ha definito figura forse troppo statica, vincolata ai protocolli di quella magistratura che rappresenta uno dei punti fermi del nostro sistema democratico. Sergio Mattarella è un presidente che si muove con grandissimo rigore, cercando di non cadere mai nell’approssimazione. Chi come lui ha respirato in prima persona le perigliose vicende di un mondo dominato dall’odio, dalle mafie, dalle rivalse, dalle profanazioni forse sa più di altri quanto sia umanamente complicato concedere il giusto spazio all’entusiasmo. La sua immagine, compassata, a tratti fin troppo misurata, qualche simpatia o antipatia può averle generate, ma si tratta di impressioni, di sussulti temporanei, di momenti, una cosa è certa, la sua coerenza istituzionale è il punto fermo di una situazione generale in alcuni casi molto complicata. Il presidente incontra quotidianamente i tempi più bui di tutta la nostra storia nazionale, ma anche di quella europea e mondiale, deve lavorare sodo di taglio e cucito, deve rammendare, ascoltare, orientare, sollecitare, imprimere, adottando quella fermezza intellettuale e morale che è strettamente collegata a quei grandi principi e valori che stanno scritti a chiare lettere nella Costituzione italiana. Essere presidente di tutti è difficilissimo, richiede ampia comprensione della vita pubblica e privata, una chiarissima coscienza dei valori che governano una società e uno stato, una costante collaborazione con chi ha il compito della gestione diretta della politica nazionale. L’essere nato e cresciuto in una famiglia fortemente impegnata nell’agone istituzionale nazionale ne avrà sicuramente modellato il carattere, così come l’uccisione del fratello Piersanti avrà sicuramente creato in lui ampi spazi per la riflessione, il sacrificio, l’abnegazione e la dedizione, ma una cosa è certa ed emerge a chiare lettere nella sua storia e cioè che a lui si appellano tutti coloro che credono fortemente nei valori sociali, morali, politici e religiosi della patria, ammirandolo come il fratello più grande, quello saggio e virtuoso, capace sempre di orientare con la giusta dose di probità intellettuale, con quel taglio fraterno, ma soprattutto paterno, di fronte al quale si prova rispetto vero e profondo. Nel momento in cui la vita delle persone è messa a durissima prova dall’inaudita violenza di un virus implacabile, gl’italiani tutti, anche quelli tradizionalmente un pochino più freddi, guardano al presidente e al papa per ritrovare quella fiducia nelle istituzioni e quella fede che solleva l’animo umano dalla solitudine e dalla dimenticanza.