Il 28 giugno alle ore 20,30, la sala dell’Oratorio di Velate accoglierà una particolare “Serata in versi” con la presentazione del poemetto “Papà”, di Emilio Bortoluzzi e la lettura, nella seconda parte, di alcune poesie tratte dalla raccolta “Due vite”, dello stesso autore, da parte d…ell’attrice Rosa Sarti.
Nella prima parte, sarà invece Emilio Bortoluzzi, dopo l’introduzione critica al volumetto curata da Mario Chiodetti, a leggere il poemetto, dedicato alla figura del padre mai conosciuto e scomparso ancor giovane dopo una vita di lavoro.
«“Raccontami chi eri”/ chiedo ai ritratti/ tre foto di mio padre/ chiedo ai racconti/ scarni di mia madre», è l’incipit della lirica, che ripercorre con affettuosa partecipazione la vita di Arturo Bortoluzzi, importatore di carbone tra Genova e Venezia, capo di una numerosa famiglia e morto improvvisamente, vittima della sua stessa passione per il lavoro.
Di lui rimane una fotografia, quella che il figlio ha voluto riprodurre nella copertina del libretto, esca per la memoria e anche per la fantasia.
«“Una fine anzitempo/ una fine prevista/ dal tuo ritmo incessante di lavoro/ da Venezia a Genova e ritorno”, ogni volta un’urgenza nuova, la stanchezza sale e artiglia la mente, il cuore va fuori giri. Lo stress non è un’invenzione moderna, le passioni uccidono, e per Arturo la passione era ciò che faceva, senza contare le ore, i giorni», si legge nella prefazione di Chiodetti.
«Emilio vuole metterla in poesia, desidera far partecipi i lettori di ciò che in una lunga e fertile vita ha immaginato di suo padre, quel medico che giunge troppo tardi al capezzale (il suo esserlo diventato sarebbe materia per un analista) l’annuncio funebre nei giornali, il ricordo degli amici, “il rito della Camera Ardente/ cui ci tocca assistere/ fonte di sofferenze”, la discesa della bara per le scale “passa?… non passa?/ striscia contro i muri/ ma ce la fa – di un pelo”».
Un racconto a metà tra letteratura e vita vissuta, il ritratto di una Venezia e di un mondo lontano e purtroppo scomparso, l’affetto di un figlio per un genitore che ha potuto soltanto immaginare.
Le poesie che Rosa Sarti leggerà nella seconda parte dell’incontro con l’autore, sono invece tratte dal “Diario di Maria”, seconda delle “Due vite” (la prima riguarda un bambino) raccontate da Emilio Bortoluzzi. È il racconto di una solitudine, quella di un’anziana donna veneziana che non può più evadere dal carcere della disperazione e della malattia, «dalle molestie di un mondo percepito come insidia».
Emilio Bortoluzzi è nato a Venezia il 6 febbraio 1921, vive a Varese dove ha esercitato la professione di medico chirurgo ospedaliero. Autore di numerosi lavori scientifici, ha svolto attività di pubblicista, dirigendo il periodico culturale “La Ruota”, giornale del Rotary del Seprio. Ha al suo attivo diverse raccolte poetiche, tra cui “In viaggio” (Scheiwiller, 1973), “Satirette e Cose Semplici” (1980), “Safari” (Lvg, 1989), “Nel buio” (Nicolini, 1991), “Istanti” (Lvg, 1996), “Due vite”, (Armando Dadò, 2000).
Rosa Sarti è nata a Firenze nel 1982, è diplomata all’Accademia d’arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano e laureata in Sviluppo economico e cooperazione internazionale all’università di Firenze. È attrice di prosa, televisione e cinema. Ha lavorato con importanti registi quali Federico Tiezzi e Mario Martone, nel cui ultimo film, “Un giovane favoloso” dedicato a Leopardi, ha interpretato una parte.
Mario Chiodetti è giornalista e fotografo freelance.