Vero che ora mangiamo ciliegie a Natale e albicocche a Pasqua, ma talvolta l’opulenza genera imprevidenza: ci stiamo staccando sempre più dai modelli culturali tradizionali e in questo “ vuoto culturale ” si vanno insediando esigenze astratte ed ideologiche.
E’ stata approvata una legge della Regione Lombardia per cui, su tutto il territorio lombardo, a decorrere dal 2016, sarà vietato bruciare la legna. O meglio, sarà vietato riscaldare le abitazioni bruciando legna nelle stufe o nei camini a meno che questi non possiedano specifici (e costosi) requisiti… (Le stufe e i camini in dotazione nelle nostre case non li possiedono).
La ragione che spinge il legislatore a questa determinazione è perlomeno sorprendente: la legna inquina! Siamo sicuri? Al punto di dover ricorrere ad un provvedimento così traumatico?
Ho sempre saputo che le piante assorbono CO2 e poi la emettono quando vengono bruciate. Il bilancio è comunque alla pari. Ma tant’è!
E poi: questa legge a chi presenta il conto? Ai ricchi? Ve lo vedete Berlusconi che si riscalda con una Warm morning a legna? Il conto lo pagano i poveri diavoli che bruciano legna e che in genere scelgono questo combustibile perché non hanno i soldi per utilizzarne altri.
Non è questo il solo punto debole. Il perché è presto detto: la campagna e i boschi, da sempre il nostro patrimonio, la nostra dotazione naturale, rappresentano un po’ il tempio della nostra religione laica. Ebbene, sull’altare della speculazione edilizia abbiamo prima sacrificato le nostre campagne; ora sull’altare di un presunto anti-inquinamento rischiamo di sacrificare anche i nostri boschi.
Se questa legge verrà applicata rigorosamente (e spero che non accada), essi corrono infatti il pericolo di andare verso un deterioramento progressivo con il rischio che vengano poi meno le già poche imprese agricole e con esse l’ultimo presidio “verde” sul nostro territorio.
Questa legge va poi clamorosamente a cozzare contro la nostra mentalità, contro la nostra cultura.
La natura per noi è sempre stata “madre” e in essa abbiamo sempre deposto la nostra fiducia. (Raramente si rivela “matrigna”, solo in rare occasioni calamitose). La natura non tradisce.
La legge nasce da un pensiero opposto. Poi disattende altri valori ancora molto sentiti tra la nostra gente: Il risparmio – per esempio – la prima motivazione che induce ad utilizzare la legna come combustibile. E poi l’autosufficienza: l’utilizzo della legna garantisce che, qualunque cosa succeda, la legna è lì, nei nostri boschi, solo da preparare e senza dipendere da alcuno.
Questa sono le ragioni per cui, da parte della nostra gente, le disposizioni in materia di utilizzo di stufe e camini sono state recepite con un categorico rifiuto.
Non voglio poi neppure immaginare cosa, a tal proposito, avrebbero fatto i nostri antenati.
Sentite anche voi uno scricchiolio sinistro? Sono le loro ossa che si rivoltano nella tomba!!
alberto palazzi