TRA DEFUNTI, HALLOWEEN E FESTA DEL RISPARMIO
Vedendo le mie nipotine e le loro amichette mascherate da zombie per la festa di Halloween, mi sono tornate alla mente le commemorazioni dei morti dei tempi della mia fanciullezza e a quanto erano differenti. Intanto cambiava la data, era il 2 novembre, e l’usanza era di far bollire, la sera prima, una pentola di castagne mentre tutti i membri della famiglia recitavano il rosario in latino con il ‘Salve Regina’ da declamare in piedi.
Quando si andava a dormire si lasciavano le castagne cotte in una biella sul tavolo perché si credeva che i cari defunti sarebbero tornati quella notte a mangiarle, a rivedere il loro focolare, a portare la loro protezione sulla casa e lasciavano le loro ossa da mangiare, o così si faceva credere a noi bimbi, quando, alla mattina, soddisfatti, rosicchiavamo quei tipici biscotti secchi spacca ganasce.
Il giorno dopo si teneva un corteo funebre col prete in paramenti neri, salmodiando il ‘de profundis’ e altre giaculatorie funebri, fino al cimitero del paese dove veniva celebrata una messa in requiem per tutti i defunti, mentre le campane suonavano a morto. La radio, poi, trasmetteva solo musiche sinfoniche.
Ora, con Halloween, i morti si ricordano il 31 ottobre, ma più che un rito funebre è diventata una baldoria, la festa dei morti viventi. Allora da noi, il 31 ottobre, si festeggiava invece la giornata del risparmio, una celebrazione dell’economia e dell’importanza del risparmio nella vita quotidiana che è sempre stata difficile. C’erano banche che donavano ai bimbi delle elementari più disciplinati nello studio, piccoli libretti di risparmio con 1000 £. Anch’io ne ottenni uno in quinta elementare accompagnato ad un salvadanaio a forma di libro requisito poi da qualcuno dei figli.
Poi le tendenze cambiarono e il risparmio perse di valore, anzi divenne un freno allo sviluppo perché il denaro bisognava farlo circolare se si voleva dare ossigeno all’economia, immetterlo nel mercato e non tenerlo fossilizzato o nascosto in qualche cassetto. Fu in quest’ottica che attecchì anche in Italia Halloween, una mascherata americana e anglosassone, paesi dove del resto non festeggiano il carnevale, e che niente ha a che fare con le commemorazioni raccolte dei defunti e nemmeno con il concetto di risparmio.
Ma tant’è, le usanze cambiano e, seguendo la tendenza al consumismo, è cambiata anche la data per la vendita del ‘vino novello’, che fino a qualche anno fa era stabilita per legge al 6 novembre e che ora, diventato tanto di moda quel vino, è stata anticipata di una settimana, il 31 ottobre appunto, da poter bere per le feste di Halloween, e non fa niente se poi, magari, non è ancora del tutto maturo e possa causare qualche movimento di corpo.
Non si può certo proibire il moderno che avanza, sarebbe assurdo e illogico; con tale criterio saremmo ancora all’età della pietra. A volte però non sarebbe male cercare una mediazione tra il vecchio e il nuovo, del resto anche da noi si usavano le zucche illuminate, così mi ha sorpreso leggere come la parrocchia di Cerro Maggiore, imitata poi da qualcun altra, abbia invitato i bimbi a festeggiare Halloween mascherandosi non solo da zombie ma anche da santi.