Un filo di Arianna che ieri ha lasciato il segno nei tanti presenti in aula Falcone della scuola secondaria “Carducci”.
“La scuola non può arretrare di fronte al tema della violenza, ma deve porre al centro l’interrogativo: “Che cosa vuol dire amare, inteso come volere il bene della persona”.
Le parole del dirigente scolastico David Arioli hanno centrato il significato della mostra “Seguendo il filo d’Arianna con Teseo o il Minotauro”, dedicata al tema “la corruzione dell’anima” sul femminicidio e sulla violenza in genere, organizzata dallo stesso istituto e dall’amministrazione comunale.
Alle pareti tante opere donate da artisti, in sala musica di Tenco con Umberto Pozzi e Carlo Ascoli e poesie di Caterina Silvia Fiore. “Una mostra nata nel 2014 – ha spiegato la sua curatrice Valentina Grassi – che ha permesso nel suo itinerario di aprire due sportelli di ascolto”. Sono state le immagini significative che rivelano realtà molto crude in mezzo a noi, i versi di un’alunna Noemi De Cristofaro, il racconto di Laura Neglia a coinvolgere emotivamente i presenti.
“La scuola e l’amministrazione comunale ci credono in questo tema”, ha sottolineato l’insegnante Angela Lischetti. Lo ha detto la presenza del sindaco Silvana Alberio: “Spesso a noi donne si attribuisce la sindrome della crocerossina e siamo convinte che non ce la faremo mai a contrastare le violenza. Invece tutto parte da noi, perché abbiamo le potenzialità.
Si parte da una sberla, ma dentro le progressione della violenza, non c’è possibilità di cambiare. Se non c’è rispetto, non c’è amore. La violenza non dobbiamo più permetterla”. Tra il pubblico, il consigliere delegato alla cultura, Valentina Casacalenda, l’assessore Enrico Brunella.
Federica Lucchini