“Alla gara di nuoto la prevista superiorità di Santo Cassani di Oltrona si è manifestata subito all’inizio e la sua vittoria non ha potuto essere contrastata”. Con queste poche parole il cronista della Prealpina in quel luglio del 1956 descrisse un risultato già certo: era da qualche anno che il ventenne nuotatore di Oltrona vinceva la gara di nuoto Bodio-Schiranna. D’altra parte aveva cominciato fin da piccolo a prendere dimestichezza con le acque, partendo dal bosco dei “Bött, ul riaa”, come veniva chiamata la foce del Tinella. “La stagione iniziava il primo maggio -ricorda oggi, che ha raggiunto le 88 primavere- eccezionalmente il 25 aprile, e durava fino a tutto settembre”. Capitò anche, quando era adolescente, che di notte attraversasse il lago d’estate per andare a rubare le pesche in un frutteto a Biandronno. Le acque erano una palestra di vita. La pesca veniva effettuata con una canna di bambù e un pezzo di spago con la parte finale in nylon che reggeva piombini artigianali. Nel nuoto lui aveva raggiunto una tale bravura che nel 1956 venne preselezionato per le Olimpiadi di Melbourne per due specialità, la 100 dorso e la 1500 stile libero. Fu la famiglia che osteggiò la sua partenza, ma soprattutto -ricorda lui- “non avevo nessuna speranza di superare le prove”. Partecipò alle competizioni australiane anche un tale Carlo Pedersoli da Napoli, che non vinse nulla, ma la sua strada si sarebbe intersecata con quella di Cassani sottraendogli la vittoria sulle nostre acque. Eh, sì! Quelle desiderate 25mila lire di premio, che Santo aveva ottenuto per ognuna delle precedenti vittorie ed erano erogate dall’ingegnere Sergio Brusa Pasquè, presidente della Varese Nuoto, non sarebbero più state per lui, ma per quel “piedone”, come lo aveva definito in modo profetico, che era venuto da lontano e aveva certi piedi che sembravano pinne. Ed era più veloce di lui. Conviene fermare un attimo la narrazione per spiegare l’identità di questo personaggio che sarebbe diventato un attore conosciuto con il nome di Bud Spencer, celebre come “Piedone lo sbirro”, “Piedone a Hong Kong” per citare alcuni suoi film. Ma allora, a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, non si immaginava un suo futuro così importante nel campo della recitazione (fu anche sceneggiatore, produttore televisivo, cantante, musicista). Certo, si era già affermato nei campionati italiani e se ne accorse subito Santo nella prima gara svolta assieme: si ritrovò a gran fatica a seguire i suoi piedi e Carlo vinse alla grande. Per entrambe le volte che si svolsero le gare e in cui i due si incrociarono, il premio toccò al napoletano con una certa seccatura di Santo che si vide sfumare la vittoria da parte di un contendente che non aveva vissuto la gioventù sul lago di Varese. Non conosceva così bene quelle acque. Ma ammise la sua bravura. Si videro solo in queste due occasioni, non ebbero modo di frequentarsi in altro modo, abbastanza, però, per Cassani, per conservare un ricordo bello. “Era una persona mite con cui era bello stare. Ricordava i personaggi che avrebbe interpretato all’insegna dei valori e dei buoni principi”, ricorda.
Federica Lucchini