“Anche se ci sarà un solo autista, io sarò sempre al mio posto”. Erano i mesi più duri del lockdown nel 2020, quando, oltre ridurre notevolmente il servizio del pullman delle Autolinee Varesine, c’era la possibilità che venisse sospeso addirittura il servizio. Ma il presidente Sandro Laudi, che dirigeva anche il Consorzio Trasporti Pubblici Insubria, allora ottantunenne, ogni giorno era presente nella sede di via Bainsizza. La religione del lavoro, appresa fin da bambino grazie al padre Emilio, cofondatore il 6 maggio 1922 con Gaspare Giuliani della Società Trasporti Giuliani e Laudi, era connaturata in lui e coltivata nella sua totalità, riservando un posto particolare all’aspetto umano. E’ significativo che sia stata consegnata al sindaco Davide Galimberti una petizione di duecento dipendenti per richiedere l’intitolazione a Laudi della parte di piazzale Kennedy che ospita il terminal: non era solo sinonimo di datore di lavoro, ma di uomo nella sua completezza, che sapeva tracciare sentieri nell’animo, senza mai imporsi. Corale e grato è il ricordo anche di chi ha vissuto l’esperienza amministrativa con lui dal 1970 al 1980 alla guida di Cazzago Brabbia, paese amato e in cui affondava profondamente le radici (vi era nato il 25 novembre 1938): con un consiglio, un suggerimento e nel rispetto della persona, sapeva improntare il suo benessere. Non solo economico -e questo valeva nell’ambito lavorativo- proponendo soluzioni che avrebbero portato a miglioramenti, ma anche umano: Sandro Laudi ha saputo far crescere gli altri. Questa sua peculiarità era frutto di una profonda cultura e religiosità, di cui era permeata la sua grande famiglia con tanti nipoti raccolta attorno ai genitori. L’aiuto nel silenzio era la strada che lo conduceva a fare tutto il possibile per creare lavoro, cercare case per i lavoratori, venire incontro alle loro necessità impellenti perché tutti potessero godere di un benessere distribuito. Laureato in Economia e Commercio (tutte le estati a studiare nella casa paterna di Cazzago, luogo che ha amato molto fino alla sua scomparsa avvenuta il 6 maggio dell’anno scorso), conosceva profondamente il significato dell’amicizia, in particolare con Enrico Simonetta che divenne sindaco dal 1985 al 1995 e il radiologo Adriano Borghi, conosciuto nell’ambito della FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani): l’amicizia faceva parte di quella sfera umana di cui lui ha assaporato i più profondi palpiti. Autorevole e lungimirante -la sua ditta nel 2016 confluì in Autolinee Varesine- era fortemente impegnato nell’ambito associativo: fu presidente dell’associazione che riunisce le aziende private per il trasporto delle persone, presidente di ANAV Lombardia (Associazione Nazionale Autotrasporti Viaggiatori), di cui fu vicepresidente a livello nazionale. Fruttuoso è stato il rapporto con la rappresentanza sindacale. E infine c’era il Sandro Laudi uomo di studi che andava ad attingere cultura “là dove era nata la vita”, diceva, tra il Tigri e l’Eufrate, appassionato della storia del mondo arabo ed ebraico che conobbe negli anni Sessanta/Settanta nei viaggi effettuati in compagnia della moglie Titti. Non amava il turismo di massa: voleva conoscere, approfondire e apprezzare nei giusti tempi l’essenza di un luogo, quella che aveva percepito sui libri. Di fronte ad una opera d’arte sgorgava in lui quella bellezza, fonte trainante della sua vita.
Federica Lucchini