“Nella Biblioteca dei canonici del Duomo è stato ritrovato uno scritto risalente ad alcuni decenni dopo la morte di san Nicone, avvenuta nel 1180, in cui si parla del significato del suo nome “Vittorioso”. Lo è stato, soprattutto nella battaglia contro se stesso”. Le parole di monsignor Giordano Ronchi, lipsanotecario cioé custode della sacre reliquie della diocesi di Milano, sono risuonate ieri nella chiesa propositurale dei santi Alessandro e Tiburzio, durante la cerimonia di traslazione dell’urna del santo, che fino a qualche mese fa si trovava nell’omonimo santuario a Besozzo. Sono stati necessari lavori di restauro e ricomposizione, evidenti nella presenza di una maschera d’argento che, oltre il viso, ricopre le mani e i piedi. Ora i besozzesi, presenti in gran numero ieri, la potranno vedere deposta all’interno della cappella che porta il suo nome, nella chiesa prepositurale. La cerimonia è stata solenne e ha visto la presenza di don Umberto Bordoni, direttore della Fondazione milanese della Scuola del Beato Angelico, presso cui è avvenuto il restauro, del parroco don Giuseppe Andreoli e di altri sacerdoti. “A Besozzo san Nicone si è confrontato con Dio nell’eremo di santa Maria, dove ora sorge il santuario a lui dedicato”, ha continuato. E oggi dà il nome alla Comunità Pastorale che unisce tutte le parrocchie di Besozzo: oltre sant’Alessandro, anche quella di Bogno, di Cardana e Olginasio. Per questo motivo ieri sono state consegnate reliquie ai rappresentati di tali parrocchie. “Una grande devozione popolare -ha spiegato il parroco nell’introduzione alla cerimonia- sorse intorno alla sua figura, quando giunse a Besozzo, proveniente da Barasso dove era nato. Cosa che sorprese anche san Carlo Borromeo, il quale fece disporre il corpo sotto l’altare maggiore della chiesa a lui intitolata e ne portò una parte a Milano, collocandola fra le reliquie della chiesa metropolitana, facendolo entrare nel numero ristretto dei santi ufficiali della diocesi di Milano. Un episodio storico importante per il nostro territorio -ha continuato- si colloca 121 anni fa dopo la traslazione del corpo voluta dal cardinale Andrea Ferrari nel 1898”. Ventuno anni fa l’urna è stata portata temporaneamente a Barasso in occasione di questo centenario. Il prossimo pellegrinaggio sarà nelle chiese della comunità di Besozzo per approfondire la conoscenza della sua figura.
Federica Lucchini