Del pittore-mugnaio Innocente Salvini (Cocquio Trevisago 1889-1979), il critico varesino Emilio Zanzi citava negli anni Sessanta parentele artistiche con Van Gogh e Gauguin, con Masaccio e Tintoretto e osservava che “la sua pittura nasce dal profondo dell’anima religiosa” riconoscendogli “il bisogno spirituale di operare fuori d’ogni cultura”. Parlando ancora di lui l’intellettuale Vittorio Beonio Brocchieri annotava nel 1950 che “le tonalità di luce e la interpretazione del fuoco solare contro le ombre terrestri sembrano ispirate al paesaggio tipico della Palestina” e gli consigliava un viaggio in Terra Santa.
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Innocente Salvini mostre a Gemonio e Arcumeggia