Sabato 6 aprile alle ore 18,30 verrà inaugurata all’interno dell’edificio dell’ex pretura la nuova sala polivalente intitolata alla scrittrice Mura (Bologna 1892 – Stromboli 1940). Con questa iniziativa l’amministrazione comunale metterà a disposizione un ampio spazio (un tempo sala udienze) per incontri, conferenze che, fino ad oggi, sono stati svolti in sala consiliare. In questi giorni, al suo interno è all’opera l’artista Alberto Frigo che sta eseguendo un acrilico raffigurante l’immagine dell’autrice, una delle più apprezzate narratrici del genere rosa negli anni Trenta-Quaranta, la cui produzione comprese “trenta romanzi, quattro volumi di studi femminili, altrettante narrazioni di viaggi, centinaia di novelle, un volume di commedie, trame di film, racconti, consigli e aforismi, articoli per quotidiani a getto continuo, conferenze”, sintetizza la critica Flavia Steno nella prefazione del romanzo postumo “Camelia tra le fiamme”, pubblicato postumo da Sonzogno e ambientato a Gavirate. L’immagine della scrittrice si ispira ad una foto di proprietà di Mario Chiodetti che la raffigura con un ampio mantello. Sullo sfondo il lago con la sua riva e in primo piano alcuni titoli significativi della sua produzione “Sambadù, amore negro”, censurato da Benito Mussolini per la copertina di Marcello Dudovich che raffigura una donna tra le braccia di un ufficiale di colore, “Perfidie”, altrettanto censurato, “Piccola” il romanzo che la fece conoscere, molto apprezzato da Liala. Saranno diversi gli interventi che illustreranno la sua figura: da Romano Oldrini, a Maria Grazia Ferraris, da Mario Chiodetti che, oltre leggere, farà ascoltare musiche citate nei romanzi, a Cesare Sgherbini, che parlerà della morte di Mura, avvenuta nel cielo di Stromboli, a seguito della caduta dell’aereo su cui viaggiava proveniente da Tripoli. L’autrice, il cui nome è Maria Volpi Nannipieri (lo pseudonimo fa riferimento all’appellativo che si diede Maria Nicolaievna, contessa Tarnowska,donna fatale) è sepolta a Gavirate, città a cui gli studiosi fanno riferimento: nella biblioteca comunale si trova la maggior parte della sua produzione, lasciata dal fratello Luigi, con le diverse traduzioni, assieme ai testi che contribuiscono a far conoscere il suo background culturale, le sue influenze scapigliate, dannunziane e della narrativa popolare e femminile.
Federica Lucchini