Sabato 15 luglio, alle ore 21,15, nella sontuosa cornice di Villa Ida, in via Marconi 1, verrà presentato il 50° numero della rivista culturale “Menta e Rosmarino”. Un traguardo significativo che la redazione intende celebrare con la presenza degli assidui frequentatori e nel contempo con nuovi lettori. Nell’ottica della cornice che da sempre ha caratterizzato la testata -quel “dare gusto, profumo e sapore alla vita del paese” – la serata avrà come tema “il dialetto è servito”, un intrattenimento all’insegna della musica con Gianni Crugnola e della recitazione con la partecipazione di Betty Colombo e Gregorio Cerini e Mauro Marchesotti. Divertendo, si vuole ribadire che il dialetto non è solo uno strumento linguistico: rappresenta un patrimonio culturale dal valore inestimabile, che ha mille e più anni di vita. Rinunciare al dialetto significa ripudiare secoli di cultura locale, di tradizioni orali, di sapienza, trasmessa dagli antenati attraverso proverbi, modi di dire, fiabe, leggende, preghiere, toponimi. Intervallati, per portare il sorriso e il buonumore non mancheranno i proverbi che prenderanno di mira le donne ritenute inaffidabili e spendaccione. Quando l’uomo si decideva al grande passo come avrebbe dovuto scegliere la futura consorte? Femministe, reggetevi forte: “Che la piasa, che la tasa, che la staga in casa” (che piaccia, che taccia, che stia in casa). Viene però in soccorso un proverbio, che ha il sapore dell’eccezione, ma che ristabilisce gli equilibri: “In cà d’un galantomm/ cumanda pusee la dòna che l’omm” (in casa di un galantuomo, comanda di più la donna che l’uomo). Una specie di salvataggio in extremis. Tornando al discorso sul valore del dialetto, come ci viene rivolta l’accusa di aver saccheggiato l’ambiente, così dobbiamo renderci conto di aver effettuato un altro saccheggio di ordine culturale senza che nessuno abbia mosso un dito, mentre se la famiglia e la scuola avessero operato assieme forse qualcosa si sarebbe potuto fare. C’è un paese, Orino, dove il dialetto vive: è sui cartelli delle strade, sui muri, nello spirito di molti suoi abitanti e in tante manifestazioni a suo sostegno. L’auspicio è che sia di esempio. Dopo i sorrisi e i momenti di leggerezza, come da tradizione “libiam nei lieti calici”. In caso di maltempo si andrà alla Soms di Caldana.
Federica Lucchini