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Sa che chi ha creato lei ha creato anche me

 6 Agosto 2019 |  Pippo | |

“Quando qualche compagna a scuola mi prende in giro per le mie origini senegalesi, io me ne frego. So che in fondo lei non la pensa così perché sa che chi ha creato lei ha creato anche me”. Sta in questa frase di Mariama, 10 anni, espressa con spontaneità di fronte al pubblico che l’ascoltava il significato dell’incontro di ieri al parco degli ulivi di via Monte Bernasco, organizzato dalla parrocchia di san Michele Arcangelo e dell’associazione degli olivicoltori dell’olio di lago di sant’Imerio. I pomeriggi domenicali culturali e ricreativi del mese di agosto, ormai entrati nella tradizione, quest’anno offrono il tema dell’accoglienza e dell’integrazione con popoli diversi che si raccontano e ha la finalità, come ha spiegato il sacerdote residente, don Enrico De Capitani, “di infondere un’iniezione salutare che rammenta il grande spirito universale del Vangelo”. Ed è stato un momento particolare quando Mariama, nata in Italia, seduta accanto al prevosto, monsignor Luigi Panighetti, è intervenuta per arricchire la testimonianza della mamma Rokhya, come lei musulmana. E’ stato un bell’ascoltare la loro testimonianza -nelle linee essenziali da parte della mamma, da 10 anni in Italia- e un gran bel vedere i loro costumi con un cromatismo che rallegrava gli animi e faceva da “pendant” con le bandierine multicolori degli addobbi. Rokhya, mentre le altre sue due bimbe -Awa e Leila- l’ascoltavano seguendo il questionario stilato dagli olivicoltori, ha presentato la vita in Senegal, la difficoltà a vivere ma l’intensità dei rapporti di una famiglia allargata e di una comunità che si prende cura dei vicini. E ha colto la positività del nostro Paese nella presenza della democrazia e nella sanità: “In Italia, se sei malato non ti lasciamo morire. Ti curano anche se non hai niente -ha spiegato- Là, invece, solo i ricchi possono curarsi”. Certo, a Varese, le capita di salire sul pullman e “alcuni ci trattano come animali”, ma capita di trovare amiche e una vicina che l’accompagna anche a mezzanotte al pronto soccorso e rimane lì fin quando tutto non è finito. L’incontro ha visto il racconto dell’esperienza di due varesine, Chicca e Maria Luisa, che vivono in Tunisia l’esperienza dei cristiani, fino a qualche anno fa di completa chiusura nei loro confronti. Ora, pur tra difficoltà, vivono germi di speranza. Ha terminato il momento Thierry Dieng, che a partire dal 2000 attua una politica di integrazione. Domenica 11 agosto l’incontro vedrà protagonista un gruppo rumeno varesino.
Federica Lucchini

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