ROBOTIZZARE?DIGITALIZZARE? GLOBALIZZARE? SIAMO SICURI CHE IN QUESTO MODO IL MONDO DIVENTERA’ PIU’ UMANO?
di felice magnani
C’è una pagina della storia odierna che apre sistematicamente sull’innovazione, la capacità di trasformare un sistema considerato dai più come vecchio e malandato in uno dove basta premere un pulsante per avere il mondo in casa. Un sistema straordinario, quasi magico, che toglie il disturbo di una camminata, di un dialogo, di un incontro, di un caminetto acceso, un sistema che incolla, che annulla la parola, il sospiro, l’abbraccio, il pianto, la poesia, quella che arriva direttamente al cuore e lo emoziona, scatenando una meravigliosa nuvola di pensieri, ricordi, affetti. Sembra che il nuovo mondo che sta per arrivare si sia sbarazzato volgarmente di tutto quello che l’uomo con somma fatica ha costruito prima, sembra che la bacchetta magica della finanza sarà taumaturgica per azzerare le compressioni della vita, per far ritornare la felicità dove la tristezza e la malinconia continuano imperterrite a impedire che l’essere umano possa davvero diventare padrone della propria umanità, quella che si avvale di quel mondo affettivo che nel corso della storia si è miracolosamente associato all’arte, al colore, alla scultura, all’architettura, alla poesia, al racconto, al romanzo, alla bellezza della terra, dei giardini, di una natura che non finisce mai di stupire, all’idea che la felicità non dipenda solo dai soldi o da uno strumento meccanico messo al servizio dell’uomo, ma da una coscienza formata, formata per dimostrare che dentro la nostra natura c’è tutto quello di cui abbiamo realmente bisogno, basta solo attivarlo. Che la rinascita sia una fatto meccanico è tutto da dimostrare, forse sarebbe il caso di una rivisitazione interiore, di una disamina compiuta senza l’assillo di invenzioni fatte apposta per ipnotizzare l’avversario, quello che è diverso da te, che esprime idee e concetti che non sono uguale ai tuoi, ma che fanno parte di quel bellissimo patrimonio di valori e di esperienze dell’umanità che navigano da una parte all’altra per rafforzare il senso di una vita senza padroni, ma con tante persone preparate che collaborano insieme per dare una nuova immagine al futuro, quel futuro che i nostri figli aspettano con ansia, magari senza più il peso delle profezie degli oracoli di turno. In una società che abdica alla propria capacità di capire davvero fino in fondo il valore assoluto di una coscienza formata, i rischi possono essere tanti: dispersione, egoismo, demagogia, volontà strumentale di sottomettere l’avversario, di rubargli il diritto di poter esprimere liberamente quello che pensa, di poter pronunciare liberamente il proprio dissenso, di poter accedere ai valori di un sistema che regge la vita dei singoli, della società e dello stato. Forse il tema più importante oggi è quello di ricostruire il senso di una umanità che sta perdendo le sue coordinate chiave, quelle che reggono il peso comunitario della vita. Nelle notizie quotidiane si parla sempre più spesso di violenza, di razzismo, di mafia, di delinquenza, di persone che rubano, che imbrogliano, che ammazzano, che trasformano le strade e le piazze in luoghi di disumanità. Forse è il caso di ripristinare il valore vero della democrazia, quello che associa l’educazione personale all’educazione comunitaria, il rispetto delle regole e la loro applicazione. E’ il tempo della fermezza educativa, dove la regola non è più un opzional o un luogo comune di cui disporre a proprio piacimento, ma uno strumento che vale per tutti, perché serve a dare forma e sostanza al bene comune.