Riscoprire fa sempre piacere, è come riprendersi qualcosa che è volato via troppo in fretta, lasciandoci in una sorta di suggestione repressa, qualcosa che non ci ha mai abbandonato e che torna a riproporsi per ricomporre scampoli di vita. Le cose da riscoprire sono tante e tutte estremamente interessanti. Credo che una parte fondamentale potrebbe essere occupata dall’amore, proprio da dove lo abbiamo lasciato, se lo abbiamo lasciato. Lo abbiamo sentito incollato spesso alla nostra pelle, in particolare alle pareti del cuore, a quelle dell’ anima, lo abbiamo cercato e in molti casi ci ha sorpreso, proprio quando pensavamo di averlo perduto o di non essere riusciti a trovarlo. Lo abbiamo pensato, valutato, voluto, goduto, frainteso, sottovalutato, ridotto, ammaestrato, cercato e ricercato, ma in molti casi senza capirlo, senza andare più a fondo, dove le verità assumono profumi e colori verginali di altro genere e di altra natura. Riscoprire l’amore significa viverlo in dimensioni e prospettive diverse, dove la parte più esterna è minima rispetto alla sostanza e dove lo sforzo che ci propone vale la pena per imparare a conoscerlo meglio. Quante volte abbiamo barattato l’amore, quante volte ne abbiamo limitato il valore, la dimensione, la quantità e la qualità, relegandolo nei gradini più bassi, quelli che di solito impediscono all’essere umano di vedere oltre, di farsi un’idea complessivamente ampia e chiara di ciò che umanamente sente. Riscoprire l’amore significa cercare di viverlo non solo nella sua impalpabile gratuità artistica, sociale, umana, culturale e religiosa, ma soprattutto nella sua venerabile espressione fisica. Quanti hanno avuto educatori che hanno parlato in lungo e in largo dell’amore, con la parola e con l’esempio? Forse pochi, perché in molti casi la parola stessa generava inquietudini, sopravvalutazioni e sottovalutazioni, condizioni di sottomissione, era un po’ come se dell’amore fossimo tutti un po’ vittime o carnefici. Quanti amori diversi e contrastanti abbiamo incontrato, a volte senza la possibilità di coglierne il vero significato, di lasciarsi andare a una conoscenza più vera e profonda, fuori dagli schemi obsoleti di un’arroganza di classe o di categoria. Certo non è mai stato facile unire le diverse sfumature della condizione amorosa, capire esattamente se dell’amore eravamo schiavi o ricercatori attivi, impegnati in una bellissima prova di dedizione e di coraggio. Sono in molti ad aver provato e ad aver confuso, a non essere riusciti a ben delineare l’immagine parlante dell’amore, quella che coglie di sorpresa, che annulla e che ammanta, che sprona e suggerisce, che anima di nuova versatilità la condizione dell’essere umano, portandolo fuori dalla pura commestibilità, dove spesso il sapore si perde in una ridda di sensazioni ed emozioni che non lasciano neppure il tempo materiale di riflettere e di pensare. Spesso l’amore vive più nel pensiero che nella realtà, si appende a un filo e resta appeso magari per sempre, senza trovare le giuste pendenze per scendere a incontrare spazi di verità in cui incarnarsi. La forza e la bellezza dell’amore non hanno eguali, soprattutto quando aprono la scena a mature invadenze, a comprensioni inattese, ad approfonditi risvegli, in cui ciò che veramente conta è la scoperta, ritrovarsi vivi in un mondo di cui si riduce spesso la parte inconscia, quella che non trova spazi umanitari adeguati per potersi rivelare. L’amore resta sempre un’impalpabile sorpresa soprattutto quando credi di averlo incontrato, conosciuto, sottratto alla resa dei sensi, quando credi di averlo fatto tuo. E’ nella sua molteplicità che arde e si consuma, che induce e che propone, che anima e sollecita. Non c’è amore senza abbandono. Quando pensi di averlo trovato sfugge e si lascia inseguire, vuole conferme, nuove conoscenze, approfondimenti, non si accontenta, ama la libertà, una libertà che non è volo arbitrario, sottomissione, ma coscienza profonda di un valore che cambia il volto della vita, emancipandola da ogni forma di intolleranza e di sopraffazione. Chi ama rispetta, chi ama sopporta, chi ama guarda sempre un metro più avanti per non essere travolto, per continuare a esprimere per intero la fervida tolleranza della passione. Non si può ridurre l’amore, travolgerlo, consumarlo, distruggerlo, annullarlo, è in sintonia con il mondo, con quello spirito che aleggia nell’aria, che sentiamo vibrare come una carezza o un sospiro o un battito che improvvisamente rianima, lasciando nella mente e nel cuore un calore pieno, un fine desiderio di poesia. E’ l’amore come poesia dell’amore che manca oggi, è nel materialismo tecnologico, politico e mediatico che l’amore a volte soccombe, lasciando nell’aria un vuoto da cui riesce quasi impossibile risalire. Per fortuna non è sempre soggetto alla volontà umana, vola alto, molto alto, in altezze dove diventa difficile sorprenderlo al punto di farlo cadere. E’ un valore aggiunto, forse bisogna imparare a conoscerlo meglio, per capire esattamente dove ci voglia condurre.