La Comunità Montana della Valli del Verbano è ricorsa al Tar contro la Provincia in merito revoca del finanziamento del tratto di pista ciclopedonale tra Gavirate e Besozzo, che interessa anche il comune di Cocquio. Pista che avrebbe già dovuto essere realizzata, essendo pronti i finanziamenti della Provincia, ma mancando il progetto definitivo della Comunità. Nel documento, invece, vengono evidenziati i “radicati ritardi della Provincia esclusivamente nella mancanza di trasparenza e chiarezza per quanto attiene il varco ecologico che interseca il percorso, in comune di Gavirate”.
Le accuse sono pesanti: “violazione di legge ed eccesso di potere: violazione del principio di leale collaborazione, di affidamento e buona fede e inoltre del principio di autoresponsabilità”. Queste accuse vengono così declinate: “Non è di leale collaborazione e buona fede da parte della Provincia la sottoscrizione dell’accordo il 30 maggio 2014 con Comunità Montana per realizzare un tracciato di pista senza informare che già dal 2011 – 2013 la Provincia conosceva – avendovi esse stessa dato causa – un elemento potenzialmente impeditivo di quel tracciato”. Il documento sottolinea la denuncia solo ad accordo sottoscritto “e quasi per caso la presunta causa impeditiva lasciando che nelle more -tra maggio e dicembre 2014- la Comunità spendesse tempo, soldi e attività amministrativa per redigere e sviluppare progetti sul tracciato originario per poi esprimere, senza neppure un preavviso, valutazione di incidenza negativa” e nel contempo invitare la Comunità a procedere nello sviluppo del progetto sul nuovo tracciato.
Molti sono stati gli incontri di Comunità con il comune di Gavirate per definire un tracciato rispettoso del varco ecologico imposto dalla Provincia poi “improvvisamente, a ciel sereno” la Provincia ha sostenuto “senza ragione di alcun tipo, di considerare scaduto il termine contenuto nella convenzione del 2014 e della sua modifica risalente al 2016 reclamando decadenza del finanziamento e revoca dei contributi già erogati. E’ contrario a buona fede invertire l’ordine delle responsabilità, ossia imputare alla parte diligente gli effetti negativi del comportamento superficiale e non trasparente dell’altro contraente”, si sottolinea. Il rifiuto provinciale viene definito irrazionale in quanto è stato eseguito per 349.800 euro un tratto di pista intermedio tra Cocquio e il confine di Gavirate, peraltro con il contributo provinciale. Inoltre la progettazione, che ha richiesto tre anni, è ormai pronta. Di conseguenza si può subito indire la gara di appalto, avendo già assunto la Comunità Montana l’onere contrattuale della progettazione definitiva per 59.868 euro.
“In sostanza – si conclude – si è giunti quasi alla fine di un complesso e lungo procedimento e in breve l’opera potrà essere realizzata e messa in funzione. Questa sequenza di azioni fa risaltare come il rifiuto della Provincia non solo tradisce buona fede e affidamento, ma è anche totalmente irrazionale e arbitrario, contrario a qualsiasi logica di buona amministrazione, economicità, buon uso delle risorse pubbliche e in danno dell’erario”.
La Comunità Montana ha già realizzato 17 km di pista in Valcuvia e ha in corso altri importanti tratti di pista per un totale di oltre 22 km. “Tengo a sottolineare -evidenzia il presidente della Comunità, Giorgio Piccolo- che la Comunità è disponibile al dialogo per concludere un progetto che valorizzerà maggiormente la nostra terra”.
Federica Lucchini