Ricominciare? Si può e in molti casi si deve, anche se richiede una fortissima coscienza del sé, che va ben oltre gli effetti di una temporanea presunzione. Cosa significa scuotere la coscienza? E come? L’aspetto semantico non lascia dubbi, si tratta infatti di essere consapevoli di quello che si fa, in parole povere fare, avendo una capacità anche minima di discernere il bene dal male, ciò che aiuta da ciò che distrugge. Sembra scontato, ma non è così. Il male viene spesso scambiato per bene, soprattutto quando fa comodo, quando si trasforma in un piacere di natura prettamente personale, scollegato da qualsiasi tipo di ordine. In una società malata può essere che il bene in assoluto diventi la ricchezza, l’imponibile finanziario, la capacità medianica di trarre il maggior utile possibile infischiandosene del prossimo, oppure tagliar fuori quelli che non la pensano come noi, perché troppo diversi e quindi pericolosi. Il bene si trasforma così in un’arma. Ricominciare dalla coscienza significa rimettere in campo i valori che contano, quelli che aiutano l’essere umano a diventare sempre un pochino più umano, capace quindi di riconoscere il prossimo, di sostenerlo nei suoi bisogni e nelle sue necessità, di aiutarlo sia nella sfera materiale sia in quella morale. La coscienza se è ben allenata non mente mai, è una sentinella sempre presente e sempre attiva, attenta a non sottovalutare una scelta, un impegno, una promessa, capace di dare un senso compiuto alle cose che si vogliono dire e che si vogliono fare. Fare con coscienza, agire con coscienza, pensare adottando la coscienza come strumento di ragionevolezza umana, sono passaggi che fanno uscire dalla sfera dell’individualismo estremo, quello che mette sempre l’io davanti a tutto e a tutti, annullando il rapporto relazionale con il prossimo, la comunità e la società civile. Uno dei drammi del mondo moderno è proprio quello di isolare la coscienza e di agire più sull’onda dell’interesse privato che su quello della pubblica reciprocità. E’ in questo modo che quello che va bene per noi va male per gli altri, quello che per noi è giusto diventa ingiusto per chi lo deve subire. Ricominciare è difficile, perché in molti casi si tratta di cancellare, modificare, di rimettere in moto una coscienza diventata spesso incoscienza, al punto tale che può permettersi il lusso di fare tutto quello che vuole, persino rubare, frodare, calpestare, violare. L’incoscienza può annullare persino la legge, trasformarla in un’arma a doppio taglio, incapace quindi di risposte giuste e definitive, oneste e leali, può persino destabilizzare la tanto declamata democrazia, trasformandola in un’appartenenza indebita, in qualcosa che assomigli sempre di più a una costruzione personale capace di infischiarsene di tutto ciò che, per istituzione, è bene comunitario, diritto e dovere, obbligo, studio e comunicazione. Ricominciare richiede fermezza, autorità morale, convinzione, fede in ciò in cui si crede, richiede soprattutto di mettere sotto la lente d’ingrandimento della ragione pratica il nostro modo di essere, con tutti gli addentellati del caso. In un razionale processo di autoanalisi riesce più facile capire che cosa sia più giusto e più sbagliato, quali siano i valori che contano davvero rispetto a quelli che ci portano inevitabilmente ad abbandonare la realtà, per abbracciare il mondo delle illusioni e quello delle apparenze. Vivere una vita cosciente è l’ambizione comune di tante persone che sono passate attraverso il vaglio di un’educazione attenta, che non ha lasciato nulla di intentato per consegnare alla personalità umana tutto ciò che diventa necessario per fare bella figura, per agire con onestà, per costruire insieme agli altri una realtà degna di essere vissuta. In questi anni di esplosione individualista la coscienza è stata spesso oggetto di varie forme di violazione e di dimenticanza, è stata in molti casi relegata in una sorta di solaio, dove spesso si è dimenticata della propria identità, finendo preda di uno spesso strato di polvere. Ricominciare diventa per tutto questo una resurrezione, una nuova presa di coscienza che ripulisce l’animo umano dalle scorie di un mondo che s’impossessa di tutto senza chiedere permesso, senza fare i conti con le necessità e i bisogni delle persone. E’ dunque nella ripartenza che la complessità della natura umana si apre a un dialogo con se stessa, con la propria condizione, alla ricerca di nuove e più generose motivazioni, capaci di ricreare quella parte che piace un po’ a tutti, la voglia di vivere, di essere felici, di poter condividere quella spontanea generosità che vibra ad ogni passo per liberarsi dalle catene di false profezie e di false filosofie. Ricominciare dalle fede può essere una via capace di generare dal profondo, rimettendo in circolo quella speranza che ha caratterizzato la vita delle persone quando anche la povertà diventava ricchezza e quando il rispetto creava le condizioni per la creazione di un’amicizia vera e profonda. In un mondo che va alla ricerca di libri da leggere e da approfondire, a volte basta poco, basta frugare nelle vecchie scartoffie o chiedere a un vicino o a un sacerdote di riprendere tra le mani quello straordinario narratore di parabole che è il Vangelo. Dunque in molti casi non c’è bisogno di approfondimenti illustri o di immagini o di pensieri kafkiani, per gettarsi nel cuore della verità, basta trovare quelle parole che, da sole, sono capaci di entrare nelle profondità dell’animo umano, aprendo di nuovo il cuore a orizzonti di fiducia e di speranza nel valori cristiani della vita umana. Internet poi, se usato con senno e molta razionalità, può aprirci le porte di un pensiero che illumina, che rafforza, che anima, può essere una fonte reale di ricchezza morale e intellettuale, mettendoci nella condizione di pensare e di capire. Tra le asperità di un male che avanza senza guardare in faccia nessuno, c’è anche un bene che viaggia con noi, che ci sta vicino per darci una mano, che ha tante cose belle da dirci e da raccontarci, magari con quell’esempio che diventa concreta lezione di vita. In molti casi l’uomo deve fare delle scelte, deve abbandonare il pregiudizio, deve mettersi in gioco, con la coscienza che non sempre perdere significa chiudere definitivamente con la bellezza della vita umana, deve guardare con fiducia al futuro, con la certezza che c’è sempre qualcosa di importante che attende, per dare un volto più vero e credibile a quel desiderio di umanità che ciascuna persona va coltivando, in alcuni casi senza trovare le giuste corrispondenze.
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