Ad un anno dal compimento del settantacinquesimo della fondazione, la sezione del Cai mostra una rinnovata vitalità e, pur nel rispetto delle ordinanze anti Covid-19, che hanno bloccato tutte le attività per un quadrimestre, ha riaperto la sede sociale in via IV novembre 17 ed è di nuovo operativa, seppure parzialmente, con la ripresa delle attività escursionistiche, alpinistiche, il trekking nelle isole della Toscana, le passeggiate family-Cai, il gruppo senior del giovedì, le pedalate in mountain bike, l’attività speleologica (di recente il coraggioso intervento in grotta per l’inquinamento della falda acquifera al Campo dei Fiori), in attesa di poter riprendere anche le tradizionali attività culturali (film e serate d’incontri) che mirano a far conoscere e rafforzare la sensibilità per l’ambiente montano e l’attenzione per gli equilibri naturali, in rapido mutamento. Per il 5° anno consecutivo, la sezione cresce e supera i 600 soci iscritti, merito della passione profusa dal consiglio direttivo, presieduto da Rodolfo Rabolini, che rivolge particolare attenzione al sostegno dei giovani che intendono perfezionare la preparazione nel ruolo di accompagnamento in montagna, ma anche per la continuità d’impegno svolto verso i giovanissimi, in collaborazione con la scuola secondaria “Carducci” di Gavirate nel progetto di educazione ambientale (già all’ottavo anno di svolgimento) “La montagna insegna” e quello che coinvolge anche i più piccoli e le famiglie “Aquilotti della neve” che mira alla scoperta della montagna invernale e l’apprendimento della pratica dello sci e dello snow-board. “La pandemia che tuttora persiste ha indotto il Cai a promuovere tra gli appassionati della montagna una sorta di mantra: prima “io resto a casa” e poi “le montagne sanno aspettare” -spiega il presidente- D’altra parte sulla tessera dei soci è stampata una frase di Felice Bombardieri, un grande valtellinese: “La montagna è scuola di carattere, di onestà, solidarietà e di amore per la natura”.
Federica Lucchini