Il bagno, come lo si intende oggi, con la vasca, il water, il bidet, il lavandino e la doccia…a casa nostra su ad Arcumeggia,…non c era.
C’era un bugigattolo con una “turca”, e un rotolo di carta igienica per terra.
Per lavarci, ci si lavava “a pezzi”, nel lavandino della cucina oppure nel catino.
E per questo non sono morta!
Li, nel paesello pochi avevano il bagno come Dio comandava….probabilmente quelli che ci abitavano proprio.
La nostra era una “casavacanze”, e quindi abbiamo aspettato qualche anno, prima che mio padre chiamasse “ul Guera”, per faa il ces.
Qualche altro Milanes pacia Aria, più sofisticato cel aveva ,magari con la vasca, o qualche persona che aveva ridisegnato la casa, comunque a me sembrava un lusso, ma nonostante ciò, mi piaceva da matti lavarmi nel catino oppure…..al lavatoio!!!!!
Ero piccina, penso, avrò avuto un cinque o sei anni, quando in giro con la nonna Pulonia, per le viuzze del paese …..mi scappò la..”pupu”..
“Nonna, nonna, mi scappa la pupu…non ce la faccio più!”
“Oh, Signur dii Pueritt” disse la nonna “nem in sul cess de la Delina dul Michee”.
E mi trascino’ quasi volando su quei ciottoli, che festeggiavano dei suoi passi pesanti di zoccoli di “pubbia”.
Arriviamo in cortile della Adelina e del Michele e ci dirigiamo verso la stalla.
Li c’era un muricciolo di sasso rugoso sul quale c’era un asse di legno spesso .
C’era una specie di coperchio rotondo con un manico di corda.
La nonna lo sollevò, e ne uscì una nuvola di moscerini, zanzare ,mosche….E…un odore veramente…veramente…non mi ricordo…!!!!
Senza troppi preamboli, la nonna mi alzò la vestina, mi abbassò le mutandine….E via…mi asciugo con vecchi fogli di giornale che stavano in un vecchio secchio…E devo dire che a parte qualche puntura di zanzara, non porto conseguenze ne fisiche ne psicologiche per l’esperienza della Latrina.