IL CHIARO DI LUNA
Sto portando avanti una ricerca sui licantropi. Alcuni giorni fa è passato in biblioteca il mio amico antropologo per chiedermi di fornirgli del materiale d’archivio; pare che ce ne sia parecchio negli scaffali dove nessuno fruga più da tempo, perché la gente chiede sempre l’ultimo best seller, si tratti di Dan Brown o Stephen King non fa differenza, basta che ne parlino i giornali e la televisione e la curiosità del pubblico si scatena; intanto gli altri libri possono stare lì per anni senza che a nessuno venga in mente di consultarli. Ah, dimenticavo: non vi ho detto che, dopo aver faticosamente conseguito la laurea in lettere, ho trovato un posto di bibliotecario in un paese della Valcuvia, ma in verità il mio desiderio più grande sarebbe quello di collaborare a qualche importante progetto editoriale e spero proprio che il mio amico possa offrirmi questa opportunità.
I mostri mi interessano fin da quando ero bambino e le mie preferenze sono state sempre orientate verso i vampiri; ho avuto modo di apprezzare il Conte Dracula sin dai tempi in cui si chiamava ancora Vlad e aveva l’abitudine di impalare sulla pubblica piazza i nemici catturati in battaglia; peccato che del vampiro e dei suoi segreti ormai si sa tutto e i paletti di frassino da conficcargli nel cuore tra un po’ li venderanno anche al brico. I licantropi invece presentano ancora larghi margini di sviluppo, perché non sono ancora chiari i meccanismi della loro metamorfosi e nelle notti di plenilunio è difficile stabilire se ad ululare sia un licantropo o più semplicemente un lupo. C’è inoltre da notare che, proprio in questi luoghi, alcuni villeggianti che si erano attardati in una notte della scorsa estate affermano di aver udito l’ululato inconfondibile del lupo e di aver osservato la sua sagoma stagliarsi sulla sommità del Monte Crocetta davanti allo sfondo della luna piena. Il fatto mi è sembrato del tutto insolito, perché la presenza del lupo in Valcuvia
Continua