Tanti i volontari, soprattutto in questo periodo, che dedicano parte del loro tempo al benessere della popolazione.
Foto tratta dall’editoriale del Sindaco Centrella luglio 2018
In questi giorni dominati dal dramma, dove ogni comportamento diventa fondamentale ai fini della vittoria finale, s’impara soprattutto ad ascoltare, a osservare e a riflettere, si può trovare tutto il tempo necessario per capire qualcosa di più di quell’umanità con la quale viviamo una parte fondamentale della nostra vita. Forse mai come in questo momento, dove il timore e la sofferenza sono più forti, ci poniamo in una particolarissima posizione d’ascolto, sentiamo infatti il desiderio di capire da che parte arrivi quella voce o quel suono o quella parola che forse stiamo aspettando e che proprio ora ci piacerebbe ascoltare, magari per la prima volta. Ascoltare non è facile come potrebbe sembrare, richiede una forte disponibilità interiore, una umanissima capacità di mettere da parte le velleità dell’io per fare spazio a ciò di cui abbiamo fortemente bisogno. Nella battaglia contro il coronavirus i bisogni e le necessità delle persone rivestono un ruolo primario, ne siamo testimoni nella quotidianità, dove nella maggior parte dei casi la professione diventa eroismo, sacrificio della propria vita per l’altro. Nella complessa gerarchia del dovere ci sono uomini, donne e giovani che non si tirano mai indietro, ci sono sempre, anche quando la sfida diventa improba e pericolosa. Ci sono sempre, perché questa è la loro natura, il loro modo di essere, di vivere, di ascoltare, ci sono perché qualcuno ha insegnato loro che non basta essere intelligenti sulla carta, non basta conoscere qualcosa più degli altri, hanno capito che la cultura ha il preziosissimo dono della gratuità ed veramente importante quando si fa servizio, senza il bisogno di palcoscenici per farsi capire. E’ nella cultura del servizio che il volontariato opera, con quella discrezionalità e semplicità di costume che rasserena, che fa tirare il fiato a chi sa che da solo non può farcela e che su quelle persone che si spendono può sempre contare, soprattutto quando la sfida è difficile e non risparmia nessuno. In questi momenti di grandi timori, di grandi ansie e di grandi attese, l’uomo ha bisogno dell’altro uomo, da solo non ce la fa, si guarda attorno e spesso attende che il silenzio non sia assenza o dimenticanza, ma spazio di umanità attorno al quale costruire una nuova speranza. E’ nella prova che il Volontariato assume anch’esso il valore di un eroismo umano, è quando la lotta si fa dura che capisci il valore sostanziale di tutto quello che in tempi beati passa per carità cristiana o per amicizia o per generosità, è nella prova che la perenne dicotomia tra diritti e doveri si unisce in una sintesi perfetta, dove l’uomo evidenzia la propria straordinaria natura. Nella sublime figura di chi si prodiga nella comune solidarietà si colloca la nostra stima, il nostro ringraziamento, la nostra voglia di gettare le braccia al collo. Nella nostra provincia varesina il Volontariato ha una storia inossidabile, è una fonte perenne di aiuto e di rinnovamento, un punto di partenza e un punto di arrivo a tutti i livelli, è la sicurezza su cui l’uomo comune può sempre contare, soprattutto quando la natura e il mondo gli girano le spalle. Un grazie di cuore dunque a chi ci consente di continuare a vivere, a chi ci consente di realizzare sul campo quei valori che rappresentano il fulcro di un sistema che abbiamo imparato a riconoscere, a criticare, ma soprattutto amare.
Felice Magnani
Il consigliere comunale Davide Passeri ci fa pervenire un documento che descrive quanto è stato fatto fino ad oggi dalle associazioni e dai volontari di Cocquio.
Da più di un mese a questa parte la nostra vita quotidiana è stata turbata da un ospite invisibile ma molto fastidioso, il virus Covid19 che di settimana in settimana ha complicato le vite di tutti noi con ordinanze e decreti da rispettare nel tentativo di tenerlo lontano il più possibile.
Non solo medici, infermieri e assistenti sono impegnati a tutte le ore e senza orari, lo sono anche le amministrazioni comunali che cercano il più possibile di creare una sorta di barriera protettiva sulle loro comunità; per farlo coinvolgono associazioni e volontari, chiunque abbia la possibilità e volontà. A Cocquio Trevisago tra i primi ad intervenire sono i fratelli Barichella che con la squadra dei volontari della Protezione Civile si sono impegnati su richiesta del sindaco Danilo Centrella e senza compensi, a fare una prima disinfezione delle strade pubbliche e private del paese, operazione che poi è stata ripetuta altre volte sempre su segnalazione del sindaco. Al tempo stesso si è potenziata l’opera del gruppo di volontari coordinati dal responsabile Francesco Crugnola, che su richiesta portano medicinali e spese alimentari a casa dei meno giovani ai quali tutti i decreti hanno sempre imposto di non uscire casa essendo la fascia più debole e più facilmente colpita dal virus.
Aumentando la gravità della situazione soprattutto in Lombardia, il nuovo decreto del 22 marzo blocca le aziende produttive ed esercizi commerciali non essenziali, la necessità di avere dispositivi di protezione individuale cresce, si muove quindi l’intera amministrazione comunale sotto la direzione dell’assessore Monica Moretti: viene trovata a tempi da record un’azienda disposta a consegnare immediatamente mascherine difficili però da far arrivare poichè i corrieri riducono i viaggi senza il pieno carico, ed è l’assessore Emanuele Servino che ogni giorno si sposta nel milanese a ritirare le consegne nei centri di raccolta dei corrieri.
In paese sono pronti un gruppo di oltre 20 volontari tra cui i consiglieri Gianni Castellini e Davide Passeri, i ragazzi della Consulta Giovanile e comuni cittadini, in due giorni vengono distribuite porta a porta 1300 mascherine omaggiate dall’amministrazione ai diversamente giovani con più di 65 anni. Oltre a loro però, data la difficoltà nel reperimento, anche altri cittadini richiedono le mascherine, vengono loro consegnate al prezzo di costo, ne vengono distribuite altre 500! Oltre 250 mascherine però non arrivano dall’azienda ma vengono prodotte da un gruppo di volontarie casalinghe che armate di tessuto, macchina da cucire e buona volontà si mettono all’opera al servizio della comunità. All’ingresso del paese tutti i giorni è la protezione civile con due persone impegnate nell’invitare gli automobilisti extracocquiesi e non diretti in paese a usare strade esterne ai centri abitati per abbassare le possibilità di contagio e anche di minimo assembramento, prima di sera poi compiono un giro per tutte le strade col megafono ad invitare a non uscire di casa.
Davanti ai supermercati e dal panettiere dove la gente si mette in coda davanti all’ingresso per molto tempo, arrivano i ragazzi della consulta a presidiare la fila, terminata la quale iniziano il giro delle consegne a domicilio insieme ai gruppi di volontari; la loro giornata non finisce qui infatti alle 18 prima del tramonto mettono allegria con l’iniziativa Balcone Party, un momento musicale in giro per gli angoli del paese con la gente che può stare tranquillamente a casa o sul terrazzo ad ascoltare un po’ di musica allegra.
Un grande impegno da parte di tutti per il bene della comunità più che mai unita contro il virus.