In questi giorni dominati dal dramma, dove ogni comportamento diventa fondamentale ai fini della vittoria finale, s’impara soprattutto ad ascoltare, a osservare e a riflettere, si può trovare tutto il tempo necessario per capire qualcosa di più di quell’umanità con la quale viviamo una parte fondamentale della nostra vita. Forse mai come in questo momento, dove il timore e la sofferenza sono più forti, ci poniamo in una particolarissima posizione d’ascolto, sentiamo infatti il desiderio di capire da che parte arrivi quella voce o quel suono o quella parola che forse stiamo aspettando e che proprio ora ci piacerebbe ascoltare, magari per la prima volta. Ascoltare non è facile come potrebbe sembrare, richiede una forte disponibilità interiore, una umanissima capacità di mettere da parte le velleità dell’io per fare spazio a ciò di cui abbiamo fortemente bisogno. Nella battaglia contro il coronavirus i bisogni e le necessità delle persone rivestono un ruolo primario, ne siamo testimoni nella quotidianità, dove nella maggior parte dei casi la professione diventa eroismo, sacrificio della propria vita per l’altro. Nella complessa gerarchia del dovere ci sono uomini, donne e giovani che non si tirano mai indietro, ci sono sempre, anche quando la sfida diventa improba e pericolosa. Ci sono sempre, perché questa è la loro natura, il loro modo di essere, di vivere, di ascoltare, ci sono perché qualcuno ha insegnato loro che non basta essere intelligenti sulla carta, non basta conoscere qualcosa più degli altri, hanno capito che la cultura ha il preziosissimo dono della gratuità ed veramente importante quando si fa servizio, senza il bisogno di palcoscenici per farsi capire. E’ nella cultura del servizio che il volontariato opera, con quella discrezionalità e semplicità di costume che rasserena, che fa tirare il fiato a chi sa che da solo non può farcela e che su quelle persone che si spendono può sempre contare, soprattutto quando la sfida è difficile e non risparmia nessuno. In questi momenti di grandi timori, di grandi ansie e di grandi attese, l’uomo ha bisogno dell’altro uomo, da solo non ce la fa, si guarda attorno e spesso attende che il silenzio non sia assenza o dimenticanza, ma spazio di umanità attorno al quale costruire una nuova speranza. E’ nella prova che il Volontariato assume anch’esso il valore di un eroismo umano, è quando la lotta si fa dura che capisci il valore sostanziale di tutto quello che in tempi beati passa per carità cristiana o per amicizia o per generosità, è nella prova che la perenne dicotomia tra diritti e doveri si unisce in una sintesi perfetta, dove l’uomo evidenzia la propria straordinaria natura. Nella sublime figura di chi si prodiga nella comune solidarietà si colloca la nostra stima, il nostro ringraziamento, la nostra voglia di gettare le braccia al collo. Nella nostra provincia varesina il Volontariato ha una storia inossidabile, è una fonte perenne di aiuto e di rinnovamento, un punto di partenza e un punto di arrivo a tutti i livelli, è la sicurezza su cui l’uomo comune può sempre contare, soprattutto quando la natura e il mondo gli girano le spalle. Un grazie di cuore dunque a chi ci consente di continuare a vivere, a chi ci consente di realizzare sul campo quei valori che rappresentano il fulcro di un sistema che abbiamo imparato a riconoscere, a criticare, ma soprattutto amare.
Sei qui: Home / Giornale / Quell’eroismo che non fa notizia, ma che è sempre presente dove ci sono i bisogni e le attese delle persone di Felice Magnani