Quante mamme abbiamo visto morire,
quante mamme abbiamo visto soffrire,
quante mamme hanno accompagnato il nostro cammino
con la speranza di vederci crescere, sorridere, amare, sognare,
quante mamme hanno pregato per i loro figli
perché potessero avere una vita piena di felicità.
Quante mamme hanno atteso in un ospedale
o davanti a una scuola,
o all’angolo di una via
per seguire con la coda dell’occhio la camminata
dei loro figli.
Quante mamme hanno insegnato, educato, accarezzato, aiutato,
raccontato, osservato con amore lo sguardo tenero dei loro piccoli.
Quante mamme hanno atteso invano un ritorno
con gli occhi puntati a una cassetta della posta,
a un computer,
a un telefonino,
senza avere mai una risposta,
come se i propri figli fossero carne da macello,
gettata in una mattina di primavera in pasto alla follia delle armi.
Quante mamme stanno ancora aspettando
che un figlio o una figlia bussino alla porta
per dire che non è vero,
che la guerra non esiste,
che la morte non esiste,
che i cannoni e le bombe appartengono a un ignobile passato
cancellato dalla storia.
Quante mamme stanno davanti alla finestra
per convincersi che non può essere vero,
che il mondo è cambiato,
che la fede può aiutare tutti
e che i figli sono troppo preziosi per essere mandati
incontro alla morte senza una ragione,
traditi dalla diavoleria umana,
nascosta tra le pieghe di un’incoscienza demoniaca.
Può una mamma vedere i propri figli
lasciati seccare in una buca,
immobili in un campo di grano
o tra gli arbusti di un bosco,
con gli occhi bruciati,
con le fronti forate,
immobili,
come se uno strano mostro li avesse improvvisamente
privati della loro anima,
del loro soffio di vita?
Quante mamme piangono senza sapere,
senza che nessuno pianga il loro dolore,
senza sapere dove inginocchiarsi a pregare,
cercando di ricordare l’ultima parola,
l’ultimo sorriso,
le raccomandazioni fatte,
le parole meravigliose dettate dal cuore.
Quante mamme continuano a sperare,
a pensare,
a credere che esista ancora un pizzico di umanità,
quante mamme sono convinte che nell’umanità
ci sia ancora un briciolo di speranza
che restituisca il senso di una vita attesa, amata, sognata, voluta,
la bellezza di un amore,
la forza di un sorriso,
l’ampia serenità di un cielo coperto di stelle.
Quante mamme sono state lasciate nell’oscurità del silenzio,
nella solitudine di un’attesa,
nella forza di un sogno,
nell’impossibilità di sapere, di capire, di vedere, di parlare.
Può il potere distruggere l’amore di una madre?
Può il potere tradire il miracolo della vita?
Può il potere prendere possesso di ciò che non gli appartiene?
Può il potere delle armi tradire il potere dell’amore?
Può il potere distruggere e annientare?
Può il potere bruciare la ricerca di una piccola felicità terrena?
Il mondo attende con ansia che arrivi presto il Natale
e che la vita riprenda in pieno la sua meravigliosa bellezza,
sperando che il male si converta
e deponga tra le braccia sante di una madre
quella voglia di pace e di amore,
che solo le mamme posseggono.