Per Marzia Miglierina continuare nell’opera intrapresa dal fratello Claudio, in memoria della moglie Amalia Griffini, morta di parto nel 1981 a 27 anni assieme al suo piccolo Jacopo, è stato il gesto più naturale: non poteva non essere così. E’ una storia intrisa di dolore la sua, ma i frutti che ha elargito sono stati tanti. Lo ha riconosciuto il Consiglio Regionale attribuendole su proposta della Provincia una menzione speciale, nell’ambito dell’assegnazione dei premi Rosa Camuna, “in quanto -così recita la motivazione- attraverso il Fondo Griffini Miglierina, alla memoria della cognata, dal 1994 ha assegnato borse di studio a quasi cento giovani medici specializzati in Ostetricia, Ginecologia e Neonatologia”. Le verrà consegnata domenica 29 maggio, giornata della Festa della Lombardia, istituita per celebrare la battaglia di Legnano, combattuta il 29 maggio 1176 contro le truppe imperiali del Barbarossa. Con lei, cinque premiati con la Rosa Camuna e altre nove menzioni speciali, assegnate dalla Commissione di Giuria. “Già nel 1982, un anno dopo la scomparsa della moglie e del figlio -spiega Marzia Miglierina- mio fratello aveva fatto in modo che i primi medici partissero all’estero per perfezionare i loro studi. Capiva che l’aggiornamento sarebbe stato indispensabile. Mi diceva: “Non posso dare la colpa al personale medico per quello che è successo. Ha messo in atto tutto quello che era in grado di fare. A Varese, ad esempio, non esiste la patologia neonatale. E’ necessario che imparino, si perfezionino”. Così queste borse di studio divennero vitali per lui, per continuare a vivere”. Con una mentalità universitaria (era docente di Economia a Trento), investì tutte le energie per cercare le migliori scuole, per venire in contatto con i luminari. Era indispensabile pensare all’aspetto finanziario e con spirito pragmatico, abitando a Trento, venne in contatto con gli istituti agrari della Val Venosta. Le mele e il vino furono il “cemento” che creò a Besozzo una rete di solidarietà ancora oggi ricordata. Claudio Miglierina era una figura carismatica: non lasciava trasparire il dolore, ma una forza contagiosa che affascinò molti giovani. Nacque la cooperativa “La mela sana” attorno a cui roteava l’entusiasmo e il piacere di lavorare assieme per uno scopo alto, da tutti condiviso. I frutti ben presto si videro. Con la capacità del docente universitario, Miglierina seppe consolidare il capitale. Già nel 1982, l’anno dopo il suo lutto, già giovani medici era partiti per la specializzazione. Grazie alla sua iniziativa a Varese venne creata la Patologia Neonatale e il Dipartimento Materno Infantile. E i risultati si videro anche a livello nazionale. Poi una nuova tragedia: nel 1994 il professore perse la vita a causa di un infarto. Ma non morì il suo spirito: la sua lungimiranza aveva previsto che tutto potesse andare avanti anche senza di lui. La sua eredità è stata raccolta dalla sorella Marzia che continua nell’opera meritoria, ora riconosciuta dalla Regione.
Federica Lucchini
Amalia Griffini