Una “chiesa viaggiante”, o meglio un bus-chiesa, costruito a Varese nei primi anni Cinquanta e portato a Roma da Emilio Laudi, fondatore della Giuliani & Laudi, e da un altro cazzaghese, Giulio Monti. E’ una notizia intrigante, che alcuni abitanti del paese ricordano, ma venuta alla luce con ricchezza di dati in questi giorni, quando Luigia, moglie di Giulio, ha trovato in soffitta un libretto dove questa storia è narrata, addirittura in prima persona dal bus stesso! Ci è stata consegnata dal nipote dei coniugi, Massimo Nicora, già sindaco per due mandati dal 2004 al 2014, ricercatore appassionato di storie e immagini che riguardano il suo paese. Dunque lo sfondo è rappresentato dalla Cecchina, una delle borgate romane più popolose, sprovvista, però, di chiesa. Le protagoniste sono suore della congregazione delle figlie della chiesa che lì vengono spesso e hanno un’idea: “Perché non costruire una chiesa a quattro ruote che possa andare in tutte le periferie a evangelizzare?”. Dall’idea si passa all’azione. Partenza in treno per Milano, rigorosamente in terza classe, con destinazione la fabbrica delle Fiat per sapere quanto costerebbe acquistare un telaio con motore di un autobus. “Il telaio è costoso -spiega Nicora- Ci vuole un milione subito e poi delle comode rate. Le suore rispondono con una bugia: “Il milione c’è e i soldi non sono un problema”. Ma è necessaria anche l’autorizzazione del cardinale. A Varese, presso la carrozzeria Bianchi & C., che si trovava sulla strada tra Varese e il Sacromonte, vengono accolte con sorpresa dai titolari, signori Bianchi e Daverio. Si tratta di un progetto nuovo, bisogna riflettere. Il tempo che le suore vadano al Sacromonte a pregare, anche per capire come trovare i soldi, e al ritorno la risposta è positiva. Serve però un telaio con motore della Fiat come base su cui costruire tutto il resto. Dei denaro necessario nessuno parla. Le religiose ottengono tutte le autorizzazioni necessarie (e sono tante!), si danno da fare per costruire un garage, ottengono lo spostamento della fermata del tram, andando per vari uffici. Tutto va per il meglio, ma mancano ancora i soldi. Le suore, andando per biblioteche, consultando testi, dopo varie vicissitudini, scrivono un esposto/supplica che viene distribuito in ogni luogo. E inizia la raccolta dei finanziamenti con il sostegno del Papa Pio XII. Ora il sogno può diventare realtà. La parola passa a Nicora: “Il 13 ottobre 1952 il telaio e il motore Fiat vengono consegnati alla carrozzeria Bianchi di Varese dove progettisti e operai si mettono al lavoro per realizzare un bus che, anche esteticamente, possa ricordare una chiesa. Vengono realizzati pure i sedili con inginocchiatoio e nella parte posteriore collocato un altare con tabernacolo, porte che si possono aprire verso l’esterno per consentire alla gente di partecipare alla messa qui celebrata. Vengono realizzate due campane in bronzo per chiamare i fedeli a raccolta. Il 29 novembre 1952 la chiesa viaggiante è pronta. Tutte le maestranze della carrozzeria sono orgogliose del lavoro svolto. Il bus viene benedetto dal parroco di S. Ambrogio Olona e dall’arciprete del Sacromonte. Tutto è pronto per il viaggio inaugurale a Roma -continua Nicora- La Giuliani & Laudi mette a disposizione due autisti: Emilio e mio zio, nonché zio anche dell’on. Giancarlo Giorgetti. Il 5 dicembre si parte per Roma passando per l’Adriatica. Sosta a Bologna, poi si scende attraverso le Marche e l’Umbria e finalmente si giunge nella capitale. La notizia ha viaggiato più veloce della corriera e tutti i giornali ne parlano con entusiasmo chiamandola “chiesa motorizzata”, “cappella volante”, “chiesa di Dio”. “Mio padre con Giulio -ricorda Sandro Laudi- venne ricevuto nel cortile di san Damaso da Poi XII. A distanza di anni ricordava la felicità di quei momenti”. “La gente si accalca per vederla -riprende Nicora- alti prelati la visitano e benedicono. La prima messa a bordo viene celebrata il 18 dicembre. La storia -conclude- come un circolo deve finire là dove è iniziata: la chiesa viaggiante giunge alla Cecchina per celebrare la messa di Natale. Una grandissima festa per tutti gli abitanti, riguardo alla quale pare sia stato girato addirittura un documentario che però non è certo semplice reperire”.
Federica Lucchini
La signora è la zia di Nicora con in mano il libretto